Magazine Cinema

Quel fantastico peggior anno della mia vita di Alfonso Gomez-Rejon: la recensione

Creato il 08 dicembre 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

locandinapg1Un prodotto che possiede equilibrio tra ironia e sensibilità

Struggente e ironico, Quel fantastico peggior anno della mia vita è un film girato con arguzia e candore adolescenziale, ma possiede una matura trattazione di temi controversi unica nel suo genere.

Greg è un adolescente incapace di relazionarsi con il prossimo. L’unico suo amico è il “collega” Earl, mentre la scuola è una giungla sociale. Quando un giorno la madre costringe Greg a far compagnia a Rachel, una ragazza malata di leucemia, le barriere emozionali del ragazzo cominciano a scricchiolare.

Non bisogna farsi ingannare dalla copertina di un libro e nemmeno dalla trama di un film, perché Quel fantastico peggior anno della mia vita, pur apparendo inizialmente come un film destinato a un pubblico adolescente, riesce a colpire un pubblico ben più ampio, emozionando a più riprese, senza scadere nelle banalità di genere o nel classico ricatto emotivo del cancer movie. Premiato al Sundance Film Festival, l’opera seconda di Alfonso Gomez-Rejon è un perfetto equilibrio di commozione e cinismo, di ironia ed emotività, che sa sedurre lo spettatore in modo assoluto.

Ambientato durante l’ultimo anno della high school americana, Quel fantastico peggior anno della mia vita è un racconto stratificato, che sa avvicinare lo spettatore alla vicenda. Infatti l’espediente utilizzato dal regista statunitense è quello di affidarsi alla voce fuoricampo di Greg (personaggio che utilizza il cinismo e l’ironia come armi difensive nei confronti della paura di crescere), istrionico e sperduto protagonista, che si fa immediatamente voler bene dalle prime battute del film. È catalizzante l’apertura in cui il ragazzo differenzia i vari gruppi dell’ambiente scolastico, che inevitabilmente si ritrovano nella giungla sociale che è la mensa.

Contraddistinto da sensibilità e intelligenza, Quel fantastico peggior anno della mia vita mette a fuoco un’età problematica, nella quale l’incapacità di voler crescere e andare avanti è un elemento imprescindibile per poter comprendere il film fino in fondo. Difatti l’unico protagonista è proprio quel Greg, che considera il suo unico amico (Earl) un collega e che non nasconde che la frequentazione di Rachel (la ragazza malata) sia un insostenibile peso.

Cinema di formazione che si fa credibile e umano, Quel fantastico peggior anno della mia vita brilla di originalità ed equilibrio filmico; un’opera che si dimostra matura e di sicura attrattiva per un vasto pubblico. E non è un caso che la rivalutazione del genere formativo adolescenziale passi proprio da Quel fantastico peggior anno della mia vita (dopo essersi fermato a Noi siamo infinito, altro prodotto indipendente di incantevole e dolorosa bellezza), un prodotto accattivante, riconoscibile e di facile ed empatica lettura.

Uscita al cinema: 10 dicembre 2015

Voto: ***1/2


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog