“In Australia ci si annoia, al massimo si può fare un po’ di surf e l’unica valida alternativa è bere”. Se da un lato questa frase dell’attore francese Jean Reno è un po’ troppo categorica dall’altro è vero che l’Australia è il luogo migliore dove vivere, ma forse non dove vivere a lungo. È difficile coglierne il senso fino a quando non si tocca con mano e spirito la terra australiana, lontana non solo da un punto di vista spazio-temporale ma soprattutto da un punto di vista culturale e umano.
L’Australia è innanzitutto la terra del rispetto, per se stessi e per il mondo che ci circonda. Vi è un sentimento reverenziale intrinseco per la propria terra, non il fanatico nazionalismo nostrano che comunque continua a manifestarsi con sigarette e cartacce a terra, un sentimento vero che si esplica in regole rigide e precise.
Whiteheaven è considerata una delle spiagge più belle al mondo, un vero paradiso come richiama il nome, situata a venti minuti da Hamilton Island. Su questa spiaggia non è stato possibile costruire un singolo edificio, non è consentito portare alcun tipo di viveri e quando si scende dalla barca sembra di mettere piede per la prima volta in un luogo sperduto. Lettini e ombrelloni cari alle nostre spiagge sarebbero un’eresia (non solo qui ma nella maggior parte dei luoghi balneari australiani) oltre che un qualcosa alquanto ridicolo. Ed emerge da questo piccolo particolare un altro aspetto intrinseco dell’Australia: la sua estrema semplicità, nel rapportarsi, nel vivere, nella ricerca e costruzione di un paese che discende dai galeotti di tutto il mondo e oggi è uno dei posti migliori dove molti decidono di cambiare vita e trovare fortuna. È il paese in cui lo stato ha deciso di non prendere in giro i suoi cittadini. L’esempio più lampante di ciò è la veemente campagna messa in atto contro il fumo, ancora una volta non un finto moralismo debole innanzi a risvolti economici, ma una campagna che ha previsto multe altissime per chi fuma nei luoghi ove è proibito, un innalzamento del costo delle sigarette (oggi un pacchetto costa circa 8 euro) e dell’assicurazione medica per i fumatori, e ancora il divieto di fumare non solo in tutti i luoghi chiusi, ma anche nella propria casa se si ha un bambino piccolo e nei luoghi aperti, per le strade, con la creazione di appositi spazi delimitati dove chi vuole può fumare. Una sorta di ghettizzazione. Ma c’è di più, i pacchetti in Australia sono “unbranded”, tutti dello stesso tipo, obbligando così le multinazionali a rinunciare alla forza dei loro marchi. Nel 2004 fumava un australiano su quattro, oggi uno su sette e si sono abbassati del 35% i tumori ai polmoni. A conferma di questa battaglia che richiede impegno e costanza, a gennaio del 2014 è stato prodotto un video che ha fatto molto scalpore in tutto il mondo (Guarda video).
L’Australia è un paese serio.
La sua semplicità è ciò che si respira anche arrivando a Byron bay o a Bondi beach a Sidney, luogo favorito dei surfisti il primo e dei backpackers il secondo. La natura in questi luoghi, e più in generale in questo paese, lascia meraviglia e stupore che ti accompagnano durante tutto il viaggio. Così a Bondi sembra che il tempo si sia fermato, un tappeto di persone si rilassa in spiaggia, il cielo sempre azzurro, la collina che nasconde la città di Sidney e alle spalle il quartiere di Bondi fatto di piccoli bistrots, di bancarelle che vendono braccialetti, statuette africane, anelli, e altri oggetti che acquistano un senso solo per il fatto di essere a Bondi, uno dei luoghi più sognati al mondo. L’Australia potrà forse annoiare, stancare, ma c’è molto da ammirare ed apprezzare prima di arrivare a quel punto. Se mai arriva.
Di Guendalina Anzolin