Malihe era grazioso come nome. Le brutte vecchie vestite di nero del villaggio, quando vennero per vederla, presero a deglutire e a sospirare dicendo: “A Dio piacendo! A Dio piacendo! Ah, quant’è bella; ah, quant’è bella!” Per quanto fossipoco più di un bambino, già da quei primi sguardi avvertivo l’invidia e la gelosia di quelle donne. Invidia millenaria. Quando la presero in braccio con quelle mani rinsecchite, nere e rugose, piene di braccialetti d’oro, sembrava che volessero spremerle per berne il succo e farsi gonfiare le ossa e diventare giovani di nuovo.C’è l’amore inconsapevole in queste pagine, come se fosse sbagliato pensarlo, averne un’idea ben precisa. Tanta è la tristezza, “come il pensiero del ritorno all’inizio di un viaggio affascinante”. L’autore si esprime attraverso una prosa semplice, i racconti appaiono slegati dal punto di vista narrativo, ma pregni della stessa materia emotiva. I sentimenti muovono la mano e l’anima di Rabbi, e lasciano il lettore in sospeso, senza un finale che sappia mettere davvero un punto a questo viaggio intimo.Questa scelta stilistica conferisce al libro il dubbio e il fascino dell’indefinito e, seppur confuso e ingenuo, talvolta, Quell’angolino tranquillo a sinistra ha in sé il pregio di essere tanto incerto quanto autentico.
Quell'angolino tranquillo a sinistra - Mehdi Rabbi
Creato il 23 dicembre 2015 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1Malihe era grazioso come nome. Le brutte vecchie vestite di nero del villaggio, quando vennero per vederla, presero a deglutire e a sospirare dicendo: “A Dio piacendo! A Dio piacendo! Ah, quant’è bella; ah, quant’è bella!” Per quanto fossipoco più di un bambino, già da quei primi sguardi avvertivo l’invidia e la gelosia di quelle donne. Invidia millenaria. Quando la presero in braccio con quelle mani rinsecchite, nere e rugose, piene di braccialetti d’oro, sembrava che volessero spremerle per berne il succo e farsi gonfiare le ossa e diventare giovani di nuovo.C’è l’amore inconsapevole in queste pagine, come se fosse sbagliato pensarlo, averne un’idea ben precisa. Tanta è la tristezza, “come il pensiero del ritorno all’inizio di un viaggio affascinante”. L’autore si esprime attraverso una prosa semplice, i racconti appaiono slegati dal punto di vista narrativo, ma pregni della stessa materia emotiva. I sentimenti muovono la mano e l’anima di Rabbi, e lasciano il lettore in sospeso, senza un finale che sappia mettere davvero un punto a questo viaggio intimo.Questa scelta stilistica conferisce al libro il dubbio e il fascino dell’indefinito e, seppur confuso e ingenuo, talvolta, Quell’angolino tranquillo a sinistra ha in sé il pregio di essere tanto incerto quanto autentico.
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