Quella festa (senza una degna premiazione), vissuta a metà!
Creato il 14 giugno 2015 da Shefutsal
Ogni atleta di calcio a 5 femminile sogna di potersi giocare una finale, di viverne e gustarne la febbrile attesa, condividendola ed esorcizzandola insieme alla propria squadra. Quel giorno vuole trovarsi lì, non sugli spalti, nè a casa o altrove, ma su quel campo, a giocarsi 60 minuti di gloria, quello che si è meritata dopo un cammino durato mesi, a volte anni, frutto di una dedizione totale, di una passione immensa, di un amore indissolubile. Sa che non dormirà la notte della vigilia, sa che avrà forse le farfalle nello stomaco e parlerà di questa finale per giorni interi, dividendo l'ansia con le compagne, amici, famiglia, colleghi, il barista o la sua parrucchiera.
L'avversario lo conosce benissimo, ci ha già giocato due volte in campionato e sono state scintille. Adesso è il giorno della verità, tutto o nulla. Finalmente arriva la serata più emozionante della stagione, quella che vale una Coppa ed una promozione. Quella che ha sognato da quando ha messo gli scarpini ai piedi ed ha iniziato a correre dietro ad un pallone a rimbalzo controllato. Quella che molte calcettiste non giocheranno mai in tutta la loro carriera. Invece lei è li, in un palazzetto dello sport gremito e con i trofei in palio in bella mostra. Li guarda di sfuggita, quasi un'occhiata di troppo potesse portare jella, indecisa se fare finta di nulla o sognare ad occhi aperti.
Il fischio d'inizio, si corre, si suda, si lotta, si soffre. Il primo gol, poi il secondo ed infine il terzo. Il cuore impazzisce, la testa fa fatica a realizzare che è arrivata ad un passo dal paradiso. Gli ultimi secondi, poi il fischio finale. Cerca la compagna più vicina per abbracciarla, corre verso il suo pubblico per essere sommersa dal suo affetto, per festeggiare e condividere la realizzazione di un sogno comune.
Poi ci dovrebbe essere un attimo di calma e tutte e due le squadre si dovrebbero schierare a centrocampo. Dopo ogni battaglia c’è l’onore delle armi per gli sconfitti e c'è il trionfo dei vincitori. E’ il tempo di raccogliere applausi, onori e gloria. Saranno minuti che rimarranno scolpiti nella memoria e che potranno essere raccontati nel tempo con un brivido indelebile. La premiazione ed il trionfo. Il capitano verrà chiamato accanto al dirigente federale e saranno attimi trepidanti. Gli occhi di tutti saranno puntati su un'unica scena: il capitano riceve ed alza al cielo una Coppa più scintillante che mai! Finalmente il sogno è diventato realtà. La squadra sommergerà il proprio capitano e porterà in trionfo quella Coppa, mostrandola con orgoglio ai propri tifosi: Coppa e promozione! Sarà un'altra notte in bianco, ma stavolta bellissima, in cui una squadra intera, ubriaca di felicità, penserà che ha appena vissuto una delle emozioni più grandi della propria vita.
Riavvolgiamo il nastro perché non va sempre così. Triplice fischio, le vincitrici si abbracciano, si inginocchiano esauste, alcune vanno a festeggiare davanti ai propri tifosi. Alcune persone entrano in campo, viene stappata una bottiglia di spumante, c’è chi la beve, chi la agita e chi ne sputa un sorso a centrocampo. Il campo si allaga, diventa appiccicoso e puzza di alcool. I tifosi entrano sul terreno di gioco con ogni tipo di scarpa ma il pavimento del palazzetto è di gomma morbida e le scarpe con i tacchi lo rovinano. I responsabili dell’impianto si arrabbiano, i dirigenti federali pure, perché dovranno pagare i danni. Gli animi si scaldano, vola qualche spinta mentre qualcuno cerca di portare la calma. Una brutta scena, una festa rovinata.
Nessuna premiazione, nessun onore. I premi vengono dati alle giocatrici con noncuranza, in mezzo alla confusione totale. Le atlete delle due squadre, fortunatamente, vogliono concludere degnamente la serata e portano le Coppe davanti ai propri sostenitori rimasti in tribuna, festeggiando con loro. Fanno venire i brividi le atlete che hanno perso la partita (ma hanno conquistato la mia stima ed ammirazione), che con grande serenità ed eleganza festeggiano davanti al proprio pubblico con canti e salti. Un pubblico caloroso e colorato, che con piccoli tamburi le ha sostenute per tutta la partita e che, nonostante il trambusto finale e la sconfitta, non si è mosso dal proprio posto.
Appassionato e caloroso anche il pubblico della squadra avversaria, peccato che la stupidità di pochi abbia potuto rovinare la meritata premiazione delle vincitrici.
Per la cronaca, REAL ATLETICO TBM-SANTA GEMMA 3-0. Il Real Atletico TBM vince la Coppa Provincia di Roma 2014-2015 di calcio a 5 femminile ed è promosso in serie C.
di Letizia Costanzi
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