Quella parte dei film che glissa sul più bello...

Creato il 03 febbraio 2015 da Fredy73 @FedericaRossi5
Scrivo senza sapere se i miei tre lettori mi ritroveranno mai nella blogosfera da cui mi ero allontanata. E, con vergogna, non posso che sospirare e "cazziarmi" mentalmente per un'overdose di post lamentosi e negativi che, con poche battute di tastiera, hanno immediatamente inabissato quella protagonista ironica, avventurosa, un po' spregiudicata dei primi tempi di questo blog. Errore madornale. A me stava simpatica. E, sicuramente, riscuoteva più apprezzamenti della mia versione "de profundis".
Sono dunque tornata?
Forse sì. Ma non so se saprò essere ancora quella trentasettenne allegra e vitale degli inizi. Di certo, però, non ho intenzione di tornare alla modalità zombesca (ma si dice "zombesca"? Boh, tanto gli zombie vanno di moda).
Cosa è accaduto in tutto questo tempo? Che fine ho fatto? Lo so che ve lo state domandando (almeno l'ego è tornato :))
E' accaduto quello che spesso succede nei film, quando glissano sulla trasformazione del protagonista, sul suo cambiamento in tema di atteggiamento e mentalità. Insomma, sull'inizio della sua riscossa. E lo fanno con una sequenza di brevissime scene, senza dialoghi, ma con colonna sonora. Se sono grassi, li vedrai mentre si allenano. Inizialmente con goffaggine e fatica. Alla fine della scena con sapiente maestria. Se sono depressi, li vedrai mentre mettono la testa fuori dalla porta di casa. Se sono particolarmente sfigati, li trovi impegnati in corsi di autostima.Insomma, sono tutti improvvisamente mossi da tenacia, determinazione, forza di volontà, senso di rivalsa e chi più ne ha più ne metta.
Balle!
Quella parte dei film glissa alla grande sul più bello. Quella parte dei film mente spudoratamente. Quella parte dei film mi sta particolarmente sul cazzo.
Uscire fuori dalla negatività costa fatica, lacrime e sudore. E non è per niente un percorso privo di "ricadute".
E loro cosa fanno? Ci mettono una canzonetta, ovviamente allegra e carica, e risolvono tutto in un minuto scarso. Sticazzi (tutto attaccato)!
Per parte mia, uscire dalla mia situazione non è stato né allegro, né facile, né breve.
Per chi se lo fosse perso, ecco il riassunto della mia situazione di partenza: Mi trovo alla soglia dei 40 anni, età già di per sé difficile per una donna (ora ne ho 41), e improvvisamente perdo mia madre, il mio lavoro, la mia stabilità economica, la mia forma fisica e le mie certezze. Sono, ovviamente, anche (ancora) single. Pensavo di essere brava nel mio lavoro. Ma mi scopro improvvisamente "vecchia" per questo mercato.
Inutile dire che gli ultimi tre anni li ho trascorsi a piangermi addosso. Sono entrata in "modalità divano" e, per molto tempo, ho disperato di vedere l'uscita dal tunnel. Non sono più uscita. Non ho più incontrato uomini.
Insomma, mi sono annullata completamente, perché quando tutto manca, persino la tua depressione può diventare l'unica certezza alla quale aggrapparsi.
Ora, in questa situazione, immaginatevi la canzonetta del film e ditemi se non vi sentireste anche voi presi un po' per il culo.
Cosa è successo non lo so ancora bene.
Ma un giorno le mie doti di sensitiva hanno dato fiato alla profezia. "Il 2015 è il mio anno", ho detto al mio amico B.
Detto fatto.
Non ho risolto ancora tutto, ma all'orizzonte c'è un futuro lavorativo, un'oscillazione positiva sulla bilancia, una ritrovata consapevolezza della mia professionalità e della mia competenza. E, soprattutto, un atteggiamento diverso. Una nuova grinta. Una determinazione maggiore. Insomma, mi sono trasformata in uno dei protagonisti di quei film. Ma col cavolo che ci è voluto un minuto.
Sangue, lacrime e sudore. E, a giudicare da questo post, una quantità spropositata di parolacce.
Sono tornata. Chi sono, lo scopriremo insieme.
Articolo originale di Federica Rossi per Poco sex e niente city. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso dell’autrice.

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