E così dopo venti anni di Berlusconi, un pezzo di Paese ha il suo nuovo nemico di piazza e sente talmente tanto la mancanza di B. che lo identifica con lui per comodità e pigrizia senza nemmeno cogliere il contesto (ci si allea con B per fare le riforme perché nel 2013 non abbiamo vinto le elezioni: avete capito? NON abbiamo vinto nemmeno quando B era cotto! E se B oggi isnegue Renzi – e non il contrario – è perché vede il proprio consenso sfuggirgli). Posso ricordare che per venti anni quando ci siamo arroccati in una posizione “contro qualcuno” per venti anni abbiamo perso? Lo dimentichiamo? Questa è l’occasione non per creare un nuovo nemico, ma per partecipare al cambiamento anche prendendo a calci Renzi quando serve, ma non trasformandolo nel male assoluto come se fosse una malattia, un’esigenza senza la quale non ci si definisce. Io non condivido le parole di Davide Serra per esempio, ma sono sufficientemente intelligente per ricordarmi che in Direzione voto io e non lui e che la sua posizione non è contenuta nel Jobs Act. Punto. Tutto il resto è una malattia tutta di sinistra (quindi nostra) che non esiste senza costruire nemici. Io non ho nemici. Ho un’idea di Paese e cerco di portarla avanti, non devo definirmi in contrasto con qualcuno, non sputo su tutto quello che fa un presunto nemico. Ascolto, a volte concordo a volte no. Punto.