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Quella sottile differenza che passa tra "mafia" e "democrazia" che il Sindaco Ignazio Marino dovrebbe imparare a distinguere

Creato il 25 luglio 2014 da Romafaschifo
Alcune famiglie gestiscono un business al limite della (il)legalità. Questo business rappresenta un grave problema per la città. Queste famiglie riescono a mantenere in piedi questo business nonostante tutto, contro norme, leggi e regolamenti. Queste famiglie si costruiscono dei rapporti, basati non sappiamo con quale scambio, con dei referenti politici. L'amministrazione comunale genera una riforma di questo business prevedendo un aumento di tassazione - come peraltro sta avvenendo in tutti gli altri settori economici e di servizi della città - e queste famiglie grazie alla complicità di quei referenti politici riescono ad impallinare la riforma. 

Questo in tutto il mondo si chiama "mafia", "clientelismo", "voto di scambio", "corruzione". A Roma, secondo il nostro sindaco Ignazio Marino, si chiama "democrazia". E' così che su Twitter ha risposto ad un cittadino che si riteneva schifato dalla diminuzione delle tasse sui camion-bar. "Io le avrei volute aumentare, come ha fatto la giunta ad aprile, ma questa è la democrazia". Ammettendo che questa democrazia (che poi è mafia, clientela ecc ecc) è più forte della sua stessa Giunta. Ammettendo dunque di essere stato sfiduciato dalla mafia, di essere più debole della mafia, di essere ricattabile dalla mafia. Una roba di una gravità inaudita. Una dichiarazione di totale debolezza e sudditanza dell'esecutivo della città nei confronti delle pressioni delle lobby. Un sindaco che ha stravinto le elezioni che non riesce a far fronte alle pressioni di quattro pecorari bancarellari, di quattro zozzoni cartellonari ignoranti e stupidi. Avessi detto le lobby delle armi o del farmaceutico capirei, ma invece no: quattro sfigati, straccioni, burini, fetenti, ridicoli. E neppure quelli si riescono a tenere a bada? Ma allora un sindaco che ci sta a fare?E così mentre il Consiglio Comunale (oggi roboantemente chiamato Assemblea Capitolina, ma pur sempre una accolita di ladri, di malfattori, di fuorilegge o, nella migliore delle ipotesi, di ignoranti) aumenta di brutto le tasse per i cittadini (la TASI), aumenta di brutto le tasse per i turisti (l city tax passa addirittura a 7 euro al giorno per i cinque stelle), diminuisce le tasse per i camion-bar, per gli urtisti e i venditori di souvenir, perfino congela tutto sulle bancarelle. Gli autentici cancri della città non devono contribuire al bilancio, possono continuare ad operare  indisturbati, a umiliare Roma senza pagare pegno. Ci pensano cittadini e turisti a pagare al posto loro. I camion-bar guadagnano qualcosa come 1500 euro al giorno. Spesso esentasse perché il livello di fedeltà fiscale è inaggettivabile. Le licenze passano di mano a cifre che superano addirittura il milione. Tuttavia alcuni "democratici" rappresentati politici presenti in Consiglio hanno deciso che la tassa di 30 euro al giorno per l'occupazione di suolo pubblico (fino a ieri era di 3), decisa dalla Giunta, era eccessiva, poteva mettere in difficoltà i poveri ambulanti. Si è deciso così di portarla a 10,5 euro. L'unica categoria che in un bilancio da lacrime e sangue ha avuto uno sconto. I turisti che vengono a Roma e di trovano in una situazione di profondo degrado vedono la loro tassa giornaliera aumentare, i camion-bar che di questo degrado sono parte in causa e che rendono impossibile proprio a quei turisti anche solo di fotografare un monumento, vengono invece premiati.Questa è "democrazia" sindaco Marino? Democrazia è in realtà altro. Democrazia è ad esempio dare delle risposte radicali e profonde ad una città che, votandoti in massa e sconfessando in massa il sindaco precedente (il famoso 65 a 35 di oltre un anno fa, sebbene sembri un secolo) ti hanno chiesto di fare tutto il contrario di quello che faceva Alemanno. Alemanno ha perso la sua battaglia proprio su questo, proprio perché non è riuscito (o i suoi consiglieri non gliel'hanno permesso) di liberarsi dalla sudditanza dalle lobby e dalle mafie nella città italiana più mafiosa, corrotta e collusa che ci sia (altro che Palermo, Caserta o Reggio Calabria, quella è roba per il TG delle 20. Armi di distrazione di massa per continuare a divorare la Capitale del paese senza gli occhi della stampa addosso). Alemanno ha perso perché ha ceduto alla camorra dei cartelloni, Alemanno ha perso perché è stato suddito della mafia degli ambulanti. Marino ha stravinto contro Alemanno proprio perché i cittadini gli hanno chiesto di cambiare completamente registro, non di mettersi d'accordo con il perdente, non di confezionare emendamenti che poi Alemanno e i suoi volentieri votano.Ecco perché, caro Sindaco, quello che è successo a margine dell'approvazione delle delibere propedeutiche al Bilancio di Roma Capitale non è la democrazia, bensì la morte della democrazia, la conferma esatta delle dinamiche ndranghetiste - che tu caro sindaco oggi con il tuo Tweet difendi e delle quali dunque sei perfettamente complice - che da quarant'anni hanno portato la città nelle condizioni in cui è: un luogo dove nulla funziona, un luogo dove si vive malissimo, una capitale che non ha paragoni in nessuna altra capitale europea foss'anche Atene o Lisbona, metropoli di paesi dieci volte più poveri, metropoli di paesi corrotti sì, ma mai come noi, un luogo che rende brutti e cattivi, un posto da cui le persone di qualità, tutte, stanno fuggendo via a gambe levate. Un'area urbana senza prospettive, ove chi non può andare via lavora esclusivamente per consentire ai propri figli di farlo. Ma tanto, come ha risposto il sindaco a Bruno Vespa che criticava la pulizia di Roma mettendola a paragone di altre città, "se non ti piace come facciamo le cose qui e preferisci altre città, allora restaci in queste altre città". No?C'è la mafia più agguerrita che mai e il sindaco la chiama "democrazia". Un passaggio che passerà alla storia, caro Sindaco Marino. Come auguriamoci passi alla storia un rapido commissariamento della città, Roma non si salva con un sindaco eletto che viene tenuto per le palle da quattro consiglieri corrotti, Roma non si salva con il voto di scambio e il clientelismo. Se la "democrazia", in questa città, si declina in questo modo, allora significa che la democrazia va sospesa, la città commissariata, affidata a una persona dotata dei dovuti attributi e scelta dal Governo centrale o, meglio, da Bruxelles. Diamo a questa persona 10 anni di tempo per mettere le cose apposto e poi ne riparliamo.

L'altro ieri il sindaco si è macchiato della grave scelta di cedere alla camorra sugli ambulanti. Se la prossima settimana il sindaco deciderà di cedere alla camorra anche sui cartelloni avremo ufficialmente un sindaco che è eterodiretto dalla camorra. Egli stesso, in sede di approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari in Giunta, disse che avrebbe dovuto provvedere a farsi una scorta visto il quoziente di mafiosità del settore. Oggi ha intenzione di mettersi d'accordo con questi mafiosi e coi loro rappresentanti "democratici" in Assemblea? Un sindaco eterodiretto dalla camorra si deve, a nostro avviso, semplicemente dimettere. Dimettere. 

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