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Quella tirata d’orecchie profetica di Giovanni Paolo II agli Stati Uniti: l’esortazione apostolica del 1999 “Ecclesia in America”

Creato il 02 aprile 2012 da Wally26

ESORTAZIONE APOSTOLICA
POST-SINODALE
ECCLESIA IN AMERICA
DEL SANTO PADRE
GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI
AI PRESBITERI E AI DIACONI
AI CONSACRATI ED ALLE CONSACRATE
ED A TUTTI I FEDELI LAICI
SULL’INCONTRO CON GESÙ CRISTO VIVO
VIA PER LA CONVERSIONE,
LA COMUNIONE E LA SOLIDARIETÀ
IN AMERICA

Testo originale completo

Di seguito ve ne ripropongo alcuni stralci:

Il fenomeno della globalizzazione

20. Caratteristica del mondo contemporaneo è la tendenza alla globalizzazione, fenomeno che, pur non essendo esclusivamente americano, è più percettibile ed ha maggiori ripercussioni in America. Si tratta di un processo che si impone a motivo della maggiore comunicazione delle diverse parti del mondo tra loro, conducendo in pratica al superamento delle distanze, con effetti evidenti in campi molto differenti.

I risvolti dal punto di vista etico possono essere positivi o negativi. C’è in realtà una globalizzazione economica che porta con sé alcune conseguenze positive come il fenomeno della efficienza e l’incremento della produzione e che, con lo sviluppo delle relazioni tra i diversi paesi in ambito economico, può rinforzare il processo di unità dei popoli e rendere migliore il servizio alla famiglia umana. Se però la globalizzazione è retta dalle pure leggi del mercato applicate secondo la convenienza dei potenti, le conseguenze non possono essere che negative. Tali sono, ad esempio, l’attribuzione di un valore assoluto all’economia, la disoccupazione, la diminuzione e il deterioramento di alcuni servizi pubblici, la distruzione dell’ambiente e della natura, l’aumento delle differenze tra ricchi e poveri, la concorrenza ingiusta che pone le Nazioni povere in una situazione di inferiorità sempre più marcata.(55) La Chiesa, sebbene stimi i valori positivi che la globalizzazione comporta, guarda con inquietudine agli aspetti negativi da essa veicolati.

E che dire della globalizzazione culturale prodotta dalla forza dei mezzi di comunicazione sociale? Essi impongono dappertutto nuove scale di valori, sovente arbitrari e nel fondo materialistici, di fronte ai quali è difficile mantenere viva l’adesione ai valori del Vangelo.

La crescente urbanizzazione

21. In crescita in America è pure il fenomeno dell’urbanizzazione. Già da alcuni lustri il Continente sta vivendo un esodo costante dalle campagne alla città. Si tratta di un fenomeno complesso già descritto dal mio predecessore Paolo VI.(56) Diverse sono le cause, ma tra queste emergono principalmente la povertà ed il sottosviluppo delle zone rurali, dove frequentemente mancano servizi, comunicazioni, strutture educative e sanitarie. La città, inoltre, con le connotazioni di divertimento e di benessere con cui viene presentata non poche volte dai mezzi di comunicazione sociale, esercita un’attrazione speciale per la gente semplice dell’ambiente rurale.

La frequente mancanza di pianificazione in questo processo è fonte di molti mali. Come hanno segnalato i Padri sinodali, « in certi casi, talune zone delle città sono come delle isole nelle quali si accumula la violenza, la delinquenza giovanile e l’atmosfera di disperazione ».(57) Il fenomeno dell’urbanizzazione presenta poi grandi sfide per l’azione pastorale della Chiesa, che deve far fronte allo sradicamento culturale, alla perdita di consuetudini familiari, al distacco dalle proprie tradizioni religiose, con la conseguenza non infrequente del naufragio della fede, privata di quelle manifestazioni che contribuivano a sostenerla.

Evangelizzare la cultura urbana costituisce una sfida formidabile per la Chiesa, che come per secoli seppe evangelizzare la cultura rurale, così è chiamata oggi a portare a compimento un’evangelizzazione urbana metodica e capillare mediante la catechesi, la liturgia e il modo stesso di organizzare le proprie strutture pastorali.(58)

Il peso del debito estero

22. I Padri sinodali hanno manifestato preoccupazione per il debito estero che affligge non poche Nazioni americane, esprimendo solidarietà nei loro confronti. Essi richiamano con forza l’attenzione dell’opinione pubblica sulla complessità del tema, riconoscendo che « il debito è frequentemente frutto della corruzione e della cattiva amministrazione ».(59) Nello spirito della riflessione sinodale tale riconoscimento non pretende di concentrare in un solo polo le responsabilità di un fenomeno sommamente complesso nella sua origine e nelle sue soluzioni.(60)

In effetti, tra le cause che hanno contribuito al formarsi di un debito estero schiacciante, vanno segnalati non solo gli elevati interessi, frutto di politiche finanziarie speculative, ma anche l’irresponsabilità di alcuni governanti che, nel contrarre il debito, non hanno riflettuto sufficientemente sulle reali possibilità di estinguerlo, con l’aggravante che somme ingenti ottenute grazie a prestiti internazionali vanno talora ad arricchire persone singole, invece che essere destinate a sostenere i cambiamenti necessari per lo sviluppo del Paese. D’altra parte, sarebbe ingiusto far pesare le conseguenze di tali decisioni irresponsabili su chi non le ha assunte. La gravità della situazione è ancor più comprensibile se si tien conto che « già il solo pagamento degli interessi costituisce per l’economia delle Nazioni povere un peso che toglie alle autorità la disponibilità del denaro necessario per lo sviluppo sociale, l’educazione, la sanità e la istituzione di un fondo per creare lavoro ».(61)

La corruzione

23. La corruzione, frequentemente presente tra le cause del debito pubblico opprimente, è un problema grave che va attentamente considerato. La corruzione « senza rispettare confini, riguarda persone, strutture pubbliche e private di potere e le classi dirigenti ». Si tratta di una situazione che « favorisce l’impunità e l’accumulo illecito del denaro, la mancanza di fiducia verso le istituzioni politiche, soprattutto nell’amministrazione della giustizia e negli investimenti pubblici, non sempre chiari, uguali per tutti e efficaci ».(62)

A tale proposito, desidero ricordare quanto ho scritto nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1998, che cioè la piaga della corruzione va denunciata e combattuta con forza da coloro che detengono l’autorità e con il « sostegno generoso di tutti i cittadini, sorretti da una forte coscienza morale ».(63) Gli adeguati organismi di controllo e la trasparenza delle transazioni economiche e finanziarie prevengono ulteriormente ed evitano in molti casi il dilagare della corruzione, le cui nefaste conseguenze ricadono principalmente sui più poveri e derelitti. Sono ancora i poveri a soffrire per primi i ritardi, l’inefficienza, l’assenza di una difesa adeguata e le carenze strutturali, quando ad essere corrotta è l’amministrazione della giustizia.

Il commercio e il consumo di droga

24. Il commercio col conseguente consumo di sostanze stupefacenti costituisce una seria minaccia per le strutture sociali delle Nazioni in America. Esso « contribuisce ai crimini ed alla violenza, alla distruzione della vita familiare, alla distruzione fisica ed emotiva di molti individui e comunità, soprattutto tra i giovani. Corrode inoltre la dimensione etica del lavoro e contribuisce ad aumentare il numero di persone nelle carceri, in una parola, al degrado della persona creata ad immagine di Dio ».(64) Un tale nefasto commercio porta inoltre a « distruggere governi, corrodendo la sicurezza economica e la stabilità delle Nazioni ».(65) Siamo qui in presenza di una delle sfide più urgenti con cui devono misurarsi molte Nazioni nel mondo: è infatti una sfida che pone in forse gran parte dei vantaggi ottenuti negli ultimi tempi per il progresso dell’umanità. Per alcune Nazioni in America, la produzione, il traffico ed il consumo di droghe costituiscono fattori compromettenti per il loro prestigio internazionale, perché riducono la loro credibilità e rendono più difficile quell’auspicata collaborazione con altri Paesi, che è tanto necessaria nei nostri giorni per lo sviluppo armonico di ogni popolo.


Filed under: Politica Americana, Religione Tagged: ECCLESIA IN AMERICA


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