Quelle misteriose plance a su Nuraxi con 'segni'. Di scrittura?

Creato il 14 dicembre 2010 da Zfrantziscu

Scavi negli anni Cinquanta


di Silvio Pulisci  Caro Direttore,in tutta questa lunga ed estenuante diatriba (registrata soprattutto dal suo, ormai direi specialistico, Blog) scrittura nuragica sì, scrittura nuragica no, ritengo che non sia inutile che io riferisca circa una testimonianza di un fatto di cronaca 'archeologica' avvenuto tanto tempo fa, alla fine degli anni '50, durante gli scavi del famosissimo Nuraghe Su Nuraxi di Barumini. Cinque o sei anni fa il sacerdote don Leone Porru, parente stretto del Prof. Giovanni Lilliu, ovvero dell'archeologo che sovrintendeva agli scavi, ha riferito a me e in presenza di altri testimoni (a proposito della scrittura nuragica di cui si discuteva, in quel momento, per l'uscita del libro del prof. Sanna) che durante lo scavo del cosiddetto mastio o torrione principale del nuraghe quadrilobato, erano state rinvenute delle singolari plance di sughero. Essendosi notati in esse non pochi e dei strani 'segni', il prof. Lilliu, dopo averli osservati con attenzione, avrebbe detto laconicamente in sardo: 'non ant a essi signus de scrittura!'. Dette plance, della cui esistenza farebbe fede il registro degli scavi, sarebbero poi state consegnate e riposte nei magazzini del Museo Nazionale di Cagliari. Devo dire che di più non so dire perchè di più non ricordo. Nel frattempo però sono venuto a sapere di un'altra testimonianza, quella della 'vulgata' delle guide turistiche del Nuraghe Su Nuraxi le quali, alla domanda su che fine avessero fatto quegli oggetti, in fondo così preziosi e importanti, dato il dibattito sulla scrittura arcaica dei Sardi, hanno dato questa di versione. Le plance erano state veramente rinvenute (e commentate nello stesso identico modo) dal prof. Lilliu; ma, circa la consegna e il loro collocamento, le cose erano andate molto diversamente. Infatti esse guide riferiscono che, essendo l'ora dei lavori ormai tarda, sia stato chiuso e sigillato il luogo del rinvenimento (la torre centrale del nuraghe). L'indomani, alla ripresa dello scavo, con sommo stupore del prof. Lilliu e degli altri, le due plance non esistevano più in quanto sbriciolate e disintegrate. Devo dire che trovo davvero singolare il fatto che il mondo archeologico taccia e non riferisca su di un fatto così importante e di cui sono a conoscenza delle semplici guide turistiche. Tanto più che mi pare che in questo stesso Blog sia stato pubblicato, qualche mese fa, un articolo circa l'esistenza di una strana iscrizione su una delle pietre del nuraghe che sarebbe interessata dalla scrittura protocananaica. Un' iscrizione della fine dell'età del bronzo. Che i segni delle plance e detta iscrizione avessero qualcosa in comune? Comunque, essendo per fortuna in vita ancora l'illustre prof. Lilliu, credo circa le due versioni sul rinvenimento, sulla natura e sul collocamento degli oggetti, ci possa essere prontamente un chiarimento. Anche, data la sua indiscussa e indiscutibile autorità, senza ricorrere ai dati dei registri di scavo.
Silvio Pulisci è l'ex direttore della Casa Editrice S'Alvure di Oristano
Su professori. Deo no isco si leghides custu blog, ma isco chi b'at a chie in mesu de sos dischentes bostros lu leghet e bos podet trasmìtere su chi Silvio Pulisci contat in s'artìculu suo. Amento cun praghere mannu, e cun su dolu de non bos àere pòtidu abitare comente aia chertu, sas pagas bias chi apo tentu sa bona sorte de bos intervistare. Semper in sardu. E cando conto de su “dutori de is pedras bècias”, a su nàrrere de su biadu de babu bostru, naro chi apo connotu un'òmine. Contade, o narade a carchi unu chi contet, it'est capitadu de cussu furtigu. De gràtzia. [zfp]

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