Quelli che "banca marche paga(va) il 5% di interessi"

Creato il 15 ottobre 2015 da Vincitorievinti @PAOLOCARDENA
Oggi, tra una cosa e l'altra,  sono a farmi un giretto sul sito della Bourse de Luxembourg: la borsa dove sono quotate un paio di obbligazioni subordinate Banca Marche con scadenza 2016 e 2017.

Come sapete Banca Marche è una di quelle banche in dissesto e si sta lottando contro il tempo per mettere in piedi un piano di salvataggio, ed esiste il rischio più che concreto  (direi quasi  inevitabile) che le due obbligazioni vengano convertite in azioni.


Tant'è che quotano prezzi degni di obbligazioni emesse da banche zombie.



Come vedete, l'obbligazione con scadenza 2017 quota 21.73 (per ogni 100 investiti); mentre il titolo con scadenza 2016 quota 27.87.
Per dirla in maniera più chiara, chi ha investito in queste obbligazioni sta perdendo più del 70% del capitale investito. E non è affatto detto che sia finita qui, anzi...

Evitando di spendere inutili parole sulle responsabilità del dissesto, è chiaro che molti obbligazionisti, attratti dall'alto rendimento offerto e per via dell'asimmetria informativa esistente tra chi colloca il titolo e il risparmiatore, sono caduti in questo disastro.

Ovviamente, non è affatto detto che il piano di salvataggio possa limitarsi a colpire solo le obbligazioni subordinate. E' per questo che non si comprende il motivo per il quale, ancora oggi, molti risparmiatori continuino ad aver fiducia in una banca che naviga in bruttissime acque, nonostante sul mercato esistano alternative che, almeno dal punto di vista dei rischi connessi ai dissesti bancari, offrono molte più garanzie.

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Come ho scritto in altre occasioni in questo blog, magari per trarne vantaggi personali,  a qualcuno  potrebbe far comodo incutere terrore tra i risparmiatori affermando che le banche italiane sono tutte fallite. Ma così non è. In Italia esistono molte banche in gravi difficoltà, ma ce ne sono anche  molte altre le cui possibilità di dissesto sono assai remote. Pertanto, depositare i risparmi in una di queste banche costituisce un'ottima e pratica  soluzione per scongiurare quantomeno  il rischio che i risparmi possano essere aggrediti nell'ambito delle nuove regole sui salvataggi bancari. Certo, questa soluzione non arginerebbe altri rischi che potrebbero  colpire i risparmi(es: imposte patrimoniali straordinarie, inasprimento dell'imposta di successione, o dissoluzione dell'euro che, grazie all'interventismo della BCE, appare poco probabile allo stato attuale). Ma per fronteggiare  e ridurre questi rischi esistono altre strategie e  altre soluzioni, più o meno "invasive" in relazione al grado di sicurezza che si intende raggiungere. E' ovvio che non tutti sono in grado di sopportare i disagi derivanti dal doversi trasferire  all'estero, sia per impedimenti professionali, di famiglia, che per composizioni patrimoniali che, comunque, costituiscono un vincolo in italia (es: immobili). Ecco quindi che il risparmiatore, nell'ambito della gestione del proprio patrimonio, dovrebbe perseguire quelle strategie che, quantomeno, consentano di ridurre gli impatti derivanti da questi possibili scenari qualora dovessero verificarsi. Ad esempio: se si pensa alla dissoluzione dell'euro (cosa poco probabile, allo stato attuale e, comunque, certamente non imminente), per chi è costretto (per vincoli personali)  a rimanere in Italia, una possibile soluzione potrebbe essere quella di una diversificazione in valute pregiate effettuata per contanti. Ma questo potrebbe presupporre altri fattori di rischio, di cui ho già detto (almeno in parte) in questo video in occasione di un convegno di quasi due anni fa. Quindi occorrerebbe implementare delle opportune cautele anche nella gestione del contate. 

A proposito delle ultime notizie relative a Banche Marche, lascio la parola a Marco Ricci, giornalista di Cronache Maceratesi, che in questi anni di crisi,  più di ogni altro,  ha raccontato egregiamente tutte le vicende della banca marchigiana.

La Banca d’Italia ha prorogato oggi per due mesi il commissariamento di Banca Marche, l’istituto di credito posto dal Mef in amministrazione straordinaria esattamente due anni fa dopo un periodo di gestione provvisoria.Il provvedimento, ampiamente atteso, segue di pochi giorni la delibera con cui il Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi (Fitd) ha approvato il piano di salvataggio della banca, dando la propria disponibilità ad un intervento da circa 1.2 miliardi di euro che andrà a ricostituire il patrimonio dell’istituto . La delibera del Fondo, e dunque la presenza di un piano di intervento, era un prerequisito perché Via Nazionale potesse allungare di due mesi l’amministrazione straordinaria della banca, così come prescritto dal Testo Unico Bancario e come avvenuto recentemente per Carife. In caso di allungamento ulteriore dei tempi del salvataggio, Banca d’Italia potrà ricorrere ad ulteriori proroghe bimensili per portare a compimento la procedura in corso. A breve si attende inoltre, dopo l’analogo provvedimento emanato la scorsa settimana per la società di leasing del gruppo, la proroga del commissariamento anche per la controllata Cassa di Risparmio di Loreto la cui amministrazione straordinaria è in scadenza a giorni.L’iter del salvataggio di Banca Marche sta dunque procedendo come previsto, anche se diversi sono ancora i passaggi intermedi necessari per giungere alla chiusura del cerchio, in primis l’approvazione definitiva da parte del governo dei decreti attuativi della direttiva europea Brrd sui salvataggi bancari, uno dei prerequisiti necessari al Fondo per passare alla fase esecutiva del suo intervento. Come avevamo anticipato, i due decreti –  essenziali per avere anche in Italia un quadro normativo di riferimento in linea con la nuova disciplina europea – sono stati trasmessi dieci giorni fa dal governo alle commissioni finanze di Camera e Senato. Alla Camera oggi è stato posto all’ordine del giorno un primo decreto mentre il secondo verrà presentato domani. La prossima settimana, invece, la commissione finanze della Camera avrà in audizione tra gli altri un rappresentante della Banca d’Italia, della Consob, dell’Abi e di alcuni dei principali gruppi bancari. Stessa intenzione da parte del presidente della pari commissione del Senato, Mauro Maria Marino il quale convocherà oltre a Banca d’Italia e Consob anche Abi, Bcc e Assopolari. Il presidente Marino, relatore del provvedimento, ci ha dichiarato di aver ben chiara la situazione dei salvataggi e di voler liberare il testo entro fine mese, nel rispetto dei 30 giorni concessi al parlamento per l’esame. Marino, che ha posto i due testi di legge all’ordine del giorno di domani, ci ha poi confermato di aver ricevuto una comunicazione dal presidente della Fondazione di Jesi, Alfio Bassotti probabilmente riguardante la tutela del territorio, degli azionisti e degli obbligazionisti. “Una comunicazione garbata e di buon senso”, ha commentato il senatore. Tornando alla Brrd, il via libera delle commissioni ai decreti attuativi a questo punto non arriverà prima di fine ottobre, previe forse alcune modifiche che le commissioni vorranno apportare. L’approvazione definitiva delle leggi necessiterà inoltre di un ultimo passaggio in Consiglio dei Ministri, con la delega concessa dal Parlamento al governo in scadenza il 15 novembre, data entro la quale i due decreti dovranno essere convertiti in legge (secondo voi perché tutta questa premura e tutta questa fretta? N.d. Vev).Il Fitd, da parte sua, sta procedendo alla stesura del nuovo statuto da porre in linea con le direttive europee Brrd e Dgs, in particolare per ciò che riguarda la contribuzione ex ante delle risorse da parte degli istituti di credito consorziati. Anche questo passaggio, che deve poi essere approvato dalla Banca d’Italia, è preliminare non solo al salvataggio di Banca Marche ma anche a quelli di Carife e di Banca Popolare dell’Etruria. Anche qui i tempi sono però dettati dall’approvazione dei due decreti, con l’Italia arrivata sul filo di lana per quanto riguarda l’introduzione delle nuove normative sulla gestione delle crisi rispetto agli altri paesi europei. Bruxelles, proprio di recente, ha aperto un faro sul mancato recepimento da parte dell’Italia della Dgs, cioè della direttiva che regola i sistemi di garanzia dei depositi.Sebbene gli step siano ancora numerosi, non è da escludersi come dopo l’approvazione della Brrd le operazioni in corso possano subire un’accelerazione. Era stato lo stesso titolare dell’Unità per la gestione e risoluzione delle crisi bancarie di Banca d’Italia, Stefano De Polis, a spiegare, durante una lunga intervista concessa a Cronache Maceratesi, come l’intenzione – nei casi Banca Marche, Carife e Banca Etruria – sia quella di procedere per un “piano di rapida soluzione” . Al momento, dunque, si fa quel che si può e si rimane tutti in attesa del Parlamento e del governo Renzi il quale, il mese scorso, ha fatto inutilmente passare quasi venti giorni prima di trasmettere i testi attuativi della Brrd alle commissioni parlamentari. Non per niente, come si dice, Roma è la città eterna, mentre nelle Marche torna a farsi sentire la voce del consigliere regionale Mirco Carloni, il quale ha presentato oggi un’interrogazione urgente per stimolare il presidente della Giunta, Luca Ceriscioli, a prendere in mano la situazione. Se Roma ha dormito, insomma, anche Ancona – secondo Carloni – non si è ancora svegliata del tutto.
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