Sulla pista ciclabile che corre intorno al lago, per strada, al parchetto.
Dotati delle andature più improbabili, corrono spesso abbigliati come per un’avventura al Polo Nord.
Ce ne è uno identico al nonno di Bear Grylls, anzi sono abbastanza sicura che si tratti proprio del suo ottuagenario parente: barba e capelli stile Cast Away, percorre su e giù la pista ciclabile tutte le mattine che Dio ha messo in terra alle sette e quaranta precise.
No dico, ci siete mai stati al Lago Trasimeno d’inverno?
Bello, eh. Tramonti e albe mozzafiato e colori che non trovi in molte altre parti del mondo.
Ma un freddo.
Non solo è freddo, ghiaccia e c’è la nebbia, ma è così umido che riesce a trapanarti le ossa.
Loro no.
Loro corrono.
Giuro che una mattina mi fermo e gli chiedo dove cazzo vanno co’sto freddo, che per sghiacciare il parabrezza c’ho messo 10 minuti stamattina.
No, perché deve essere motivato tutto questo dolore.
Almeno chi porta a spasso il cane c’ha un perché, c’ha la povera bestia che deve fare i bisogni e il padrone rispettoso la asseconda.
Ma quelli che corrono con -3° io proprio non li capisco.
No, non ci arrivo.
No.
No.
E poi si sentono una specie di élite, questi corridori.
Una casta.
Che siano criceti in corpi umani??