Quello che il renzismo non dice (103) – Voto sull’Italicum o dell’occasione storica del “riscatto” a sinistra. E un appello ai DEM.

Creato il 26 aprile 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

Si può essere a sinistra di tutto, ma non del buon senso.

Enzo Biagi

 

Non esiste una moralità pubblica e una moralità privata. La moralità è una sola, perbacco, e vale per tutte le manifestazioni della vita. E chi approfitta della politica per guadagnare poltrone o prebende non è un politico. È un affarista, un disonesto.
Sandro Pertini

di Rina Brundu. Veramente avrei voluto titolare “Sulle “palle” della sinistra” ma poi ho pensato che era meglio non rievocare i morti onde non procurare nuovo dolore.  Meglio ancora mi ha portato a maggior diligenza semantica la certezza che anche i robot di Google che indicizzano i post siano in qualche modo “moralmente” pilotati. Ne deriva che ho dovuto far di necessità virtù e ho rimediato creando qualche nuovo costrutto sinonimo, l’ideale equazione politically-correct “palle a sinistra” = “occasione storica di riscatto”.

Tuttavia, anche uscendo dalle criptiche e contorte vie della scrittura digitale, il risultato non cambia: è indubbio infatti che l’incombente voto sull’Italicum rappresenti una occasione importante per la sinistra storica desiderosa di redenzione e purificazione, nonchè per il suo datato tentativo di riagguantare una qualche credibilità e possibilità di riaffermazione della propria dignità sul panorama politico nazionale e internazionale. Detto altrimenti, il mio è un mero appello ai DEM e alle altre minoranze in seno al PD: votate NO e mandate a casa questo governo!

Francamente non penso, ne auspico, che il futuro governativo dell’Italia sia delle entità politiche note, né di destra né di sinistra, e per il tempo che verrà preferirei pensare ad un paese gestito da aggregazioni di cittadini – movimenti nati dal basso molto simili all’attuale M5S – che considereranno la “carriera” politica una carriera a termine e un onore che è soprattutto occasione unica per rendere umile servizio agli altri. Nell’attesa di questa età più illuminata è inevitabile che dovranno essere le formazioni tuttora esistenti ad amministrare la nazione, così come è certo che meglio sarebbe per gli attuali “partiti” deporre le armi con onore e ogni dignità piuttosto che essere ricordati come i boia che hanno messo il cappio al collo dell’amata patria.

Da qui l’occasione storica di riscatto per una sinistra alla frutta divorata dagli scandali di ordinaria e straordinaria corrutela e dal revanchismo democristiano renziano. Da qui la possibilità di fare una differenza sostanziale per i tanti giovani leader di sinistra (vedi i Civati, i Cuperlo, etc), per passare una volta per tutte dalle parole ai fatti, per smettere i panni degli intellettuali afflitti da ogni umana sventura e indossare quelli di capaci e onesti gestori della res pubblica, per liberarci once-and-for-all dalla piaga del renzismo gattopardico e interessato.

Soprattutto per consegnare definitivamente ai libri di storia questa lucidissima analisi di Beppe Grillo sulla sinistra che è stata, che è, e sugli intellettuali radical chic-suoi sacerdoti: “L’intellettuale di sinistra si nota subito. Ha, nel dire le cose, quel giusto distacco che nobilita. È elegante, ha un buon reddito, la erre arrotata. L’intellettuale di sinistra ha sempre ragione, dispensa la verità. È ferocemente «anti»: anti-razzista, anti-nazista, anti-fascista e, qualche volta, anche anti-comunista. Mai anti-capitalista. L’intellettuale di sinistra conosce il popolo come le sue tasche, sempre piene. Lo osserva dal suo attico durante le manifestazioni.”

Serve altro per desiderare di cambiare? Votate no all’Italicum e mandate a casa questo governo!

Featured image, Sandro Pertini, source Wikipedia in English.

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