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Quello che il renzismo non dice (140) – Unioni civili e Stepchild Adoption: sull’esempio fortemente diseducativo di una sinistra al traino di NCD

Creato il 18 ottobre 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
photodi Rina Brundu. Non bastassero gli altri peccati capitali di cui un giorno dovrà rispondere il renzismo davanti al tribunale della Storia di questo paese, primo fra tutti il salvataggio della casta politica che ha portato la nazione allo sfascio, ecco l’inciampo etico sui cavalli di battaglia storici della sinistra: i diritti civili e il focus sulla formazione socioculturale.

Di fatto si fa davvero fatica a credere che i nipotini di Berlinguer, gli irriducibili delle battaglie sessantottine, i girotondini antiberlusconici e anticapitalistici de noiartri, per amor di portafoglio e di poltrona stiano sputando in maniera così scellerata sulla loro identità storica, su dati insegnamenti fondamentali che ci si augurava avrebbero trasmesso ai loro figli e che sono pure quei valori umanistici imprescindibili condivisi anche da chi di sinistra non è ma è portato a mettere gli uomini e le donne, i bambini, i loro diritti inalienabili, al centro del proprio universo etico.

Che i vari Casini, Alfano e compagnia cantante continuino nella loro mission diseducativa, celebrativa di valori superstiziosi, pseudo-religiosi, miranti a discriminare il diverso, miranti a mettere la pseudo-dottrina davanti ai diritti degli Esseri non stupisce e ci siamo abituati ma, ripeto, fa una straordinaria impressione questa sinistra eticamente incerta, in conflitto silente ma tonante tra il forte amor di pecunia e il richiamo etico atavico sempre più flebile.

Perché un tempo ci sarebbe stato almeno un Pannella giovin e forte a “lottare”, a “digiunare” per i diritti degli “altri”, per i diritti dei tanti piccoli orfani o abbandonati a vario titolo che potrebbero avere una famiglia che li ama, una vita normale, ma oggi c’é rimasto proprio nessuno.… e tutto è rimesso all’umore del leader. Perché un tempo avremmo avuto un giornalismo forte e impegnato, liberato, un establishment intellettuale capace di venire fuori da par suo per fare una differenza, per educare. Perché educare una società non è compito da opinionisti retorici da “Arena” gilettiana, o da infiniti battibecchi in questo o quel salotto televisivo trendy… ma richiede studio, amore, vision, coraggio, finanche genialità.

Oggi però a noi c’é rimasto proprio nessuno e un esempio fortemente diseducativo di sinistra al traino di NCD da dimenticare. Con vergogna. Con profonda vergogna.


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