Quello che il renzismo non dice (146) – Della Crociata Brancaleone contra Isis e del novello Concordato renzisti-DEM a spese del contribuente. Sui patemi dei “carbonari” digitali.

Creato il 27 novembre 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

Bandiera della Carboneria

di Rina Brundu. Dunque, l’ultima perla in fatto di Isis ce l’ha regalata nientepocodimenoche il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il quale ieri sera a “Virus” si è suo malgrado “vantato” di utilizzare con una certa determinazione i suoi “poteri speciali” quando la magistratura non può intervenire per buttare un potenzialmente onesto cittadino fuori dai confini. Ma, visti i tempi, questo ci potrebbe pure stare. Di fatto, ben più ridicola è la Crociata Brancaleone che sta organizzando il Francois Hollande, novello Urbano II, contro l’ISIS.

Nello specifico la grande coalizione che dovrebbe andare a combattere contro un migliaio di pazzi criminali è formata, tra gli altri, da: USA, Russia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Iran, e più o meno tutto il mondo civilizzato (et non). Come a dire che se in un lontano futuro i posteri vorranno prendere un periodo della storia dell’uomo come esempio plastico di cosa può procurare l’incapacità e l’attendismo politico, la nostra sarà senz’altro un’età che farà al caso loro e splenderà più di altre.

Ma come spesso avviene per un “principe” che appronta la crociata all’estero ce n’é sempre un altro che la sua crociata la porta avanti con la stessa determinazione in patria. È questo il caso del Matteo Renzi di questi tempi che, zitto zitto quatto quatto, mentre si barcamena senza arte ne parte nel confuso palcoscenico internazionale, tentando di ricavare il massimo (da buon italico) dagli interessi russi e americani nel Mediterraneo, procede come un treno verso i prossimi appuntamenti elettorali. Sorvolando sull’ormai logorata retorica, senza vergogna e senza limiti, a cui ci ha da tempo abituati il renzismo (straordinaria però l’ultima gemma “un euro per la sicurezza un euro per la cultura”, per la serie la “cultura” è sempre la miglior maniera per dirottare il dinero pubblico dove più ci interessa), è tuttavia degno di nota il novello Concordato renzisti-Dem che in virtù del solito pacifismo politically correct ad oltranza di noartri, regala allo scalcagnato carrozzone governativo qualche minuto di respiro. Ad affogare il popolino nella melma retorica autarchica ci pensano infatti i giornali e le televisioni di regime e guai a chi si lamenta perché o è un gufo e è un anti-italiano: no way out!

Eppurtuttavia, il dubbio che oggidì attanaglia i carbonari digitali (ovvero coloro che non si sentono né gufi né tantomeno anti-italiani ma che tentano disperatamente di conservare il bel dell’intelletto davanti a cotanta genuflessione clientelare, di impedire all’unico neurone di rincoglionirsi completamente) é: ma dove li prende Matteo Renzi tutti questi soldi per assumere nel pubblico (vedasi le migliaia di insegnanti), per offrire bonus a destra e a manca, per promettere mari e monti a tutti senza scontentar nessuno? Temo che sia dalle nostre tasche e se non le sapessi già vuote andrei subito a controllare!