di Rina Brundu. Tuona Bersani e tuona Renzi che nella Guerra dei Cent’anni tra maggioranza renziana e minoranza DEM, in seno al PD, sia finalmente arrivato il momento del redde-rationem. Speriamo bene, dato che questo sarà almeno il decimo momento fatidico di quel tipo. Farsi prendere dallo sconforto, dubitare è dunque legittimo anche se – persino a dispetto della grande ironia che si è fatta in questi mesi a proposito di questi argomenti – è difficile allontanare lo spettro della diversa coscienza che lo status-quo impone.
Di fatto è ormai chiaro come il sole che quella che ricade sulle spalle della minoranza Dem è una responsabilità di tipo storico che non riguarda solo le sorti del Partito ma per certi versi riguarda l’intera nazione e il suo futuro. C’é da decidere insomma dove si vuole andare, c’é da decidere se è finalmente arrivato il momento di dire basta. Di dire basta al carrierismo interessato in politica, di dire basta alla visione della cosa pubblica come torta su cui buttarsi invitando parenti e amici e amici degli amici. Di dire basta agli inciuci imbarazzanti, tesi a costruire ridicoli miti personali e a minare le istituzioni alle fondamenta, di dire basta a due anni deleteri per un Sistema che era stato già sconquassato alla radice dal male cronico precedente.
Non sono questioni da poco se consideriamo che si tratta di combattere una sorta di battaglia impari tra Davide e Golia. Da un lato abbiamo infatti una minoranza Dem quasi delegittimizzata nel suo essere fondamentale retaggio di altra epoca politica e delegittimata anche dalla Sindrome del “Al lupo al lupo” che a lungo andare stanca, dall’altro abbiamo una macchina governativa organizzata e ancora capace di fare una differenza specie grazie alla longa manus mediatica che agisce su livelli multipli. Per esempio, impressiona e a suo modo incute terrore la forza, la determinazione, con cui i diversi falchi dell’Esecutivo difendono a spada tratta l’indefinibile (uno di questi ha appena lasciato il programma Omnibus, in onda su La7, pur di non sentire critiche al ministro Boschi, negando spavaldamente che la posizione della stessa signora Boschi non sia un “problema” per la dignità delle istituzioni di questo paese), allo scopo di difendere i privilegi acquisiti grazie ai favori del renzismo.
C’é insomma in ballo molto di più dello scontro Renzi-Bersani, c’é in ballo la nostra identità etica futura che se il buongiorno si vede dal mattino e se qualcuno non farà qualcosa presto e bene, temo potrà risultare molto simile a quella attuale e passata, a quella di sempre.