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Quello che il renzismo non dice (28): sull’affaire Leopolda 2015 e sulle prime prove di contro-rottamazione renziana. Sull’avvento del radical-chichismo digitale e interessato.

Creato il 19 ottobre 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
tweet fassinadi Rina Brundu. Mi ha colpito la smentita della Fondazione Open, pubblicata tra gli altri dal Corsera, alle dichiarazioni di Stefano Fassina a proposito dei costi della Leopolda 2014 (la convention renziana organizzata dalla stessa Fondazione Open): «Sono assolutamente privi di fondamento i dati sui costi della Leopolda 2014. I circa 2 milioni sono il totale delle donazioni dei sostenitori della Fondazione, e non il costo della Leopolda 2014. Tra l’altro, si tratta dei finanziatori della Fondazione dagli esordi, nel 2012, a oggi. La Leopolda 2014 – conclude la Fondazione – non costa 2 milioni di euro, ma in base a un primo calcolo preventivo, circa 300mila euro».

Quindi la convention in due soli anni ha raccolto 2 milioni di Euro di cui 300000 spesi per organizzarla (l’anno precedente secondo il ministro Boschi ne sono serviti solo 200000)???!!; domanda: che fine fanno gli altri denari e chi li elargisce? Secondo Il Giornale che avrebbe ripreso i dati diffusi da La Stampa,tanta munificenza arriva da diversi imprenditori. Tra gli altri, scrive Rachele Nenzi su Il Giornale “….ci sono i grandi nomi. Come quello di Fabrizio Landi (10mila euro), freschi di nomina in Finmeccanica e considerato tra i pionieri del business biomedico in Italia, oltre a uno dei nomi forti che avrebbero aiutato l’ascesa di Renzi”. Ma Finmeccanica, che è il primo gruppo industriale italiano nel settore dell’alta tecnologia ed é tra i primi player mondiali in difesa, aerospazio e sicurezza, non ha il suo maggiore azionista nel Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano?

«Una parte dell’establishment italiano finanzia con 2 milioni di euro la Leopolda 2015 di Matteo Renzi. Due domande mi permetto sommessamente di rivolgere al segretario nazionale del Pd. Per ragioni di opportunità, non si potevano evitare i generosi e certo disinteressati contributi di chi è stato nominato dal governo Renzi nel cda di importanti aziende pubbliche? Le ingenti risorse da te raccolte, invece che per la tua corrente, non potevano essere utilizzate per tutto il Pd, ad esempio per aiutare tanti circoli che non riescono a pagare l’affitto e sono costretti a chiudere? Prima il Pd» avrebbe dichiarato Stefano Fassina.

Fassina chi???!!, rilanciava tempo fa Matteo Renzi contro l’ex Viceministro dell’Economia e delle Finanze del governo Letta e sua personalissima spina nel fianco. Forse. E purtuttavia questa sorta di Operazione Contro-rottamazione che Fassina ha lanciato in questi giorni, non è questione da prendere sottogamba. Io, per esempio, che non ho obblighi di vassallaggio verso il Segretario del PD, mi chiedo il perchè di questo stranissimo status-quo: è un modo come un altro per separare i “buoni dai cattivi”? Per “cancellare” con un colpo di spugna il passato? Stiamo assistendo all’avvento di una sorta di radical-chichismo post-capitalistico (ma non troppo), digitale e “interessato”? Francamente, e indipendentemente dai tanti peccati capitali politici di cui si è senz’altro macchiata la recente dirigenza del PD, trovo molta più nobiltà e dignità da difendere nel mignolo della storia complessiva di quel partito (che non ho mai votato, ma che é stato il partito di Gramsci, di Berlinguer e di infiniti uomini e donne dimenticati!), piuttosto che nei curiosissimi affaires della Leopolda.

Soprattutto mi chiedo: due milioni di euro raccolti in due anni dalla Leopolda?!!! Ma tutti questi “donatori” sono davvero così disinteressati?!!! Angeli imprestati alle più alte sfere dell’empireo collocato a sinistra di Nostro Signore? Ancora (e qui il dubbio mi assilla) è venuto prima l’uovo… pardon, è venuta prima la nomina o la donazione???!!

Confesso anche che in questo particolare caso il dubbio non mi assilla, mi preoccupa!

Featured image, il tweet di Fassina che ha sollevato l’affaire Leopolda vs PD (cliccare sull’immagine per leggerlo meglio).

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