Quello che il renzismo non dice (5): The Times of India, il caso marò visto dai “commentatori” indiani dopo la richiesta di aiuto della Pinotti agli Stati Uniti.

Creato il 24 luglio 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
di Rina Brundu. The Times of India è un interessante giornale online indiano in lingua inglese. Dedica molta attenzione agli affari esteri e alla politica internazionale; segue anche i fatti italiani, l’ultima traversata della Concordia compresa. Mi piace la sua modalità di moderazione dei commenti in calce agli articoli, e la loro gestione distante-quel-tanto-che-basta, tutta tesa a cercare la notizia anche dentro il commento stesso.

Il 18 luglio scorso la redazione ha pubblicato l’ennesimo pezzo dedicato al caso dei due marò italiani. Titolo: L’Italia chiede l’aiuto degli USA per liberare i suoi due marines. Sunto dello svolgimento: il redattore riferisce di come il nostro ministro della difesa Roberta Pinnoti abbia affrontato la questione marò con il collega americano Chuck Hagel durante una recente visita a Washington. Hagel, dopo avere riconosciuto che il problema esiste (bontà sua!), avrebbe detto che questo particolare “incidente” potrebbe avere conseguenze sulle missioni anti-pirateria di diversi paesi. Il resto dell’articolo propone sfaccettature già note ma necessarie per riempire la paginetta virtuale dato che un solo paragrafo fa sempre troppo brutto. E cheap, anche online.

Laddove non ha brillato il genio redazionale ci hanno però pensato i lettori di tutta l’India a mettere tanta carne al fuoco, offrendo una straordinaria testimonianza, anche molto interessante, di quella che è la “posizione” dei “locali” rispetto a questa faccenda. Nessuno si è risparmiato. Scrive, cinico, Hafeez Iqbal: “L’arresto e la successiva sceneggiata con i due marò sono stati, sia allora che ora, meri giochi di potere politico. Quanti dei nostri pescatori sono stati uccisi dall’esercito dello Sri Lanka? Il governo ha fermato qualcuno? Non abbiamo impiccato neppure i violentatori del Nirbhaya. Credete davvero che uno qualsiasi dei nostri governanti abbia avuto a cuore la sorte di quei due pescatori? Alla fine (nda i marò) saranno liberati!”.

L’utente gtgtvictor, che ha 50 follower (anzichenò!!), la pensa diversamente: “La nostra legge indiana dovrebbe prevalere. Nessuna pressione americana dovrebbe importare in questo caso. La legge dovrebbe essere la stessa per gli indiani e per gli stranieri che commettono crimini sul suolo indiano o nelle acque territoriali. La difesa dell’Italia basata sull’idea che l’incidente sia accaduto in acque internazionali è una grossa falsità”.

Un tal toptuckerpup, che pare tanto figlio dello zio Sam, non esita a mescolare le carte in tavola in maniera piuttosto confusa, pasticciata: “E’ buffo che l’Italia stia implorando l’aiuto degli Stati Uniti, se pensiamo che è stata sempre l’Italia a condannare Amanda Knox (una cittadina americana!) dopo un processo ingiusto. Da questo punto di vista l’India si è comportata molto meglio dell’Italia e ha fatto un giusto processo (ancora in corso) contro i due marò. Perciò, se l’Italia vuole chiudere la faccenda dei marines dovrebbe fare altrettanto con il caso Amanda e Sollecito. Non si possono applicare diverse legislazioni a seconda di chi è coinvolto”.

Dall’Hindustan, l’utente sg (che non sembra vantare followers!), insinua: “Sonia (nda Gandhi) ha tentato ma non è riuscita a liberarli. Adesso sanno (nda gli italiani) che non servirà a nulla chiedere favori al governo Modi che non ha il minimo interesse nella faccenda. Ecco perché stanno chiedendo aiuto agli Stati Uniti. LOL, facciamo soffrire gli italiani fino a schiacciare il loro orgoglio e la loro supponenza!”. E mentre qualcuno sfotte i marò per la “detenzione” forzata nella dorata prigione della nostra ambasciata, qualcun altro chiama in causa finanche i romani pur di difendere la posizione; il tutto prima che lo spirito più saggio e assennato dell’utente balamohanw (36 followers) si imponga: “I marò sono stati davvero in prigione per 4 anni e senza un processo. Dovrebbero essere liberati per grazia presidenziale… L’Italia potrebbe pagare i danni alle famiglie degli sfortunati pescatori uccisi accidentalmente. Fossero stati (nda i marò) cittadini indiani… la polizia avrebbe stabilito la cauzione da pagare… come sempre accade quando qualcuno viene ucciso per fatalità. Perché non procedere così anche in questo caso?”.

Umesh Rai (41 followers), evidentemente renzista, o comunque un ammiratore del renzismo più rampante, non ha dubbi: “Il governo indiano dovrebbe imparare da quello italiano come difendere i suoi cittadini. Fanno di tutto per salvare la loro gente, cercano il sostegno americano pur sapendoli colpevoli…”.

Paese che vai… certo che però sentirsi fare la predica, la morale importante, da così tanti rappresentanti di una nazione, seppure bellissima, dove non passa giorno in cui non si abbia notizia di una donna, ragazza, bambina seviziata, bruciata vita o uccisa in maniera infame…. non è proprio il massimo. Senz’altro un caso di vaffaday da esportazione, se non fosse per la cautela con cui vanno trattate queste faccende.

Then again it’s all online… e per chi volesse farsi altro male, il resto della discussione (ongoing, come il processo, a sentire l’illuminato utente toptuckerpup) è qui.

Featured image, Roberta Pinotti, ministro della difesa.


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