di Rina Brundu. Si svolgerà quest’oggi, a Vienna, l’incontro tra il Segretario di Stato americano John Carry e i suoi colleghi inglesi, francesi e tedeschi, incontro organizzato per discutere l’escalation della crisi medio-orientale e un possibile cessate il fuoco nella striscia di Gaza. Dopo le iniziative di Papa Francesco sembrerebbe essere arrivato il momento della discesa in campo dei pezzi politici da novanta e naturalmente l’Italia è assente; per essere più precisi è presente, ma come piatto di contorno, a corollario, come sempre.
Insomma, quando il gioco si fa serio sono sempre i duri che cominciano e riprendono a giocare e i cojones del renzismo arrivano dove possono. Del resto come non capirli i leader occidentali: come si fa, mi chiedo, a dare fiducia ad una nazione che un giorno sì e l’altro no si presenta a Bruxelles con il cappello in mano decisa a chiedere l’elemosina per difendere i suoi stessi confini? Solamente ieri sera, il nostro ministro dell’interno Angelino Alfano è comparso battagliero al TG1 nazionale accusando il leader leghista Matteo Salvini di retorica-razzista (non che qui avesse tutti i torti!), e rivendicando “fieramente” l’azione di “spinta” all’interno del circolo europeo affinché l’Unione si faccia carico del problema immigrativo.
Pazzesco! Mi chiedo come ci si sentirebbe se, qualora si verificasse una crisi politica internazionale molto grave, di qualsiasi natura, che avesse il suo epicentro nel Mediterraneo, le portaerei statunitensi, inglesi, francesi e tedesche cominciassero a pattugliarlo, a fare il bello e il cattivo tempo, come fossero a casa loro. Che un poco lo fanno già ma non si può mettere mai limiti alla Provvidenza. Molto probabilmente ci sentiremo colonizzati militarmente, sottostimati, e la cosa non ci piacerebbe proprio. Non capisco dunque perché chiamarli di nostro gli “alleati”, perché non dimostrare agli altri che il renzismo è fatto di sostanza oltre che di un’oratoria che più il tempo passa più comincia a mostrare le sue fondamentali pecche?
Certo che da quando il “Time” immortalava Italo Balbo, eroe di mitiche trasvolate atlantiche e “crociere” in Brasile, ne è passato di tempo. Ne è passato pure da quando i romani gestivano il Mediterraneo come meglio credevano. Lo straordinario? È dato dal fatto che da quei giorni in poi quel mare è rimasto sempre lo stesso, non si è ridotto né allargato di un centimetro, lo dico caso mai i dubbi gestionali di Alfano fossero di natura geopolitica tout-court: nò, il Mare Nostrum non è l’Oceano Pacifico!
Featured image, Italo Balbo su “Time”.