Pubblicato da Elena Bigoni
Cari lettori,
Modelli di Abercrombie & Fitch all'entrata del negozio
Negli Stati Uniti, patria indiscussa del paranormal romance, Obsidian è stato definito un caso editoriale: un libro – e una serie – che ha raggiunto le vette delle classifiche di vendita conquistando compagini di lettrici sfegatate. Alcuni, forse malignamente, forse no, hanno ipotizzato che il successo dell’opera non fosse dovuto agli elementi originali, allo stile dell’autrice e alla storia, quanto per l'inusuale strategia di marketing attuata, ispirata quasi sicuramente alla Abercrombie & Fitch. L'autrice, infatti, durante il tour promozionale si è fatta accompagnare dal modello della cover americana (Pepe Toth), che è diventato così, agli occhi di tutte le fan, l’unico possibile volto del protagonista Deamon. Sarà stato il fascino di Toth, e la distesa di addominali scolpiti, a decretare il successo di Obsidian? Forse no, sebbene questa nuova strategia potrebbe rivelarsi una nuova rivelazione nella promozione del paranormal romance, nonché un rilancio del genere stesso dopo che l'onda lunga di Twilight si è acquietata.
Sarebbe però da ingenui pensare che una manciata di firme siano riuscite a convincere un editore alla pubblicazione. Indubbiamente la petizione è servita a far notare il romanzo a chi di dovere, ma la scelta è stata dettata da altri fattori, non ultimo il potenziale commerciale del romanzo e il suo perfetto inserimento nelle attuali richieste di mercato. L'idea è lodevole: il tentativo è quello di instaurare un contatto diretto, veicolato dalla rete, tra il pubblico ricevente e la casa editrice. Dobbiamo però essere realistici, i blogger non hanno ancora un'influenza tale per condizionare significativamente le decisioni di una casa editrice. Al momento, però, possono ricoprire la posizione di consiglieri, soprattutto per la segnalazione di romanzi stranieri conosciuti attraverso la blogosfera statunitense.
Qualcuno potrebbe parlare di casi isolati; c'è chi afferma che i blog rappresentano solo un fenomeno marginale nell'editoria italiana, e che non riescono a spostare significativamente le vendite. Adesso! Ma in futuro?
Quando ho scoperto l'iter di pubblicazione di Obsidian, i giochi erano fatti. Sebbene un po’ scettica, desideravo essere coinvolta così da poter poi dire: “Ecco, i lettori sanno cosa vogliono, non siamo pecorelle delle mode, sappiamo valutare un prodotto. Vogliamo intrattenimento, ma che sia di qualità.” Non mi aspettavo un capolavoro, ma certamente non un mix poco originale tra Twilight e Roswell narrato con uno stile sciatto e banale, personaggi solo abbozzati e una storia, dal grande potenziale (questo è indubbio), non adeguatamente approfondita.
Il libro della Armentrout dimostra senza ombra che avere un’idea semi-originale non è l’unico ingrediente per creare un buon libro. Se al termine ‘alieni’ sostituiamo ‘vampiri’, assistiamo al revival della storia di Twilight: un amore impossibile e improbabile tra due adolescenti di specie diverse che lottano senza riuscirci contro i propri sentimenti e contro il nemico della specie “aliena”. Che sia una lotta per mantenere lo status quo, per difendere il proprio amore o la distruzione degli alieni, e probabilmente della Terra, l’equazione non cambia, anzi, mostra tutto il proprio limite nel momento in cui l’autrice ha la geniale idea di riproporre interi momenti che sembrano la fotocopia del suo omonimo vampiresco (trasferimento in una remota cittadina degli Stati Uniti – ma, leggendo gli YA non vi sembra che negli USA di recente il flusso migratorio si sia terribilmente intensificato? – genitore unico quasi sempre assente che lascia la figlia in balia degli eventi e degli incontri ‘strambi’, passeggiate nei boschi e tavolo degli asociali solo per citarne alcuni). Nonostante il world building e le dinamiche tra le varie specie abbiano un certo appeal, non sono sufficienti per risollevare il tedio generale.
È questo quello che realmente vogliamo o è semplicemente ciò che ci meritiamo?