Dal premier spagnolo Mariano Rajoy - "nello sport come nella politica non vale tutto. Appoggiamo Marquez" - al presidente del Coni Malagò - "Valentino stesso ha riconosciuto di essere cascato nella provocazione. C'è una responsabilità da parte sua però io lo voglio assolutamente difendere... Credo così facendo si sia falsato il mondiale" - passando per chi in pista ci ha passato una vita, come Agostini: "Le immagini le abbiamo viste tutti, è innegabile che Valentino abbia sbagliato, sicuramente si è sentito provocato ma non doveva reagire a quel modo, ha perso la testa"; arrivando alla popstar Vasco Rossi: "Valentino Rossi ha dovuto difendersi da un individuo che ha cercato di farlo cadere per tutta la gara. Solo per non permettergli di giocarsi e vincere il mondiale.Una azione a dir poco scorretta e meschina che ci lascia tanto tanto amaro dentro il cuore. La sanzione contro Valentino è esagerata".
Fiumi di parole e opinioni divergenti, contrastanti, arrivate a toccare la sfera del complottismo: Valentino Rossi è finito nel mirino di un intrigo tutto spagnolo tra Lorenzo e Marquez volto a delegittimarne le velleità mondiali, si dice, si è scritto. Ci si dimentica però che la Dorna avrà non poche gatte da pelare quando Valentino lascerà, per l'inevitabile calo dell'interesse generale sulla MotoGp. A parte il fatto che nessun regolamento vieta a un pilota di preferire un collega ad un altro, di dare strada a uno e mettersi di traverso con l'altro, di fare da terzo incomodo, insomma. Non è comportamento elegante, tradisce il fairplay, smaschera le debolezze personali ma, nel limite consentito, si può fare. Ed è proprio quello che ha fatto Marquez, ragazzino indispettito dal vis a vis di Assen, dalle dichiarazioni al vetriolo di Vale che l'ha guardato in faccia e gli ha manifestato la sua irritazione: non aspettava altro, lo spagnolo; ingaggiare il duello per togliere i riflettori al Dottore. Ci è riuscito.
Valentino è cascato nel trappolone, questa è la sua grande colpa. Non l'aver reagito di per sè; la reazione è umana, cadere in errore anche fisiologico. Ma accettare le conseguenze del gesto vuol dire essere disposti a mettere tutto sul piatto e giocarsi la posta. Questo, da Valentino, non me lo aspettavo. Fenomenale stratega capace di moltiplicare forze ed energie col crescere della tensione, questa volta ha mosso la pedina sbagliata sulla scacchiera. Ha tradito nervosismo, preda dei nervi e delle frustrazioni. Rimango convinto che le dichiarazioni di giovedì siano state un netto autogol. Nello sguardo che ha rivolto a Marquez c'era tutta la consapevolezza di quanto stava accadendo: ha commesso un errore, sapendo di farlo.
Lasciamo da parte la partigianeria per un attimo, le stesso dichiarazioni di Marjano Rajoy lasciano trapelare un campanilismo che non lascia spazio a lucide analisi, portano la discussione su sfere che nulla hanno a che fare con il mondo dei motori. Vi chiedo di ribaltare per un secondo i ruoli, immaginando uno scenario dove Marquez fissa negli occhi Rossi, dove Marquez allarga traiettoria e gamba e manda al tappeto Valentino: avremmo concesso ugualmente le sue ragioni al pilota spagnolo o se ne sarebbe chiesta pubblicamente - sportivamente parlando - la testa? Gli uomini forgiati dalle piste hanno preso quasi tutti le distanze dalla condotta di Valentino, Agostini in primis.
Questo non è certamente uno sport per cuori deboli e santerellini. Rossi lo sa; chiedere a Gibernau per conferma. Moto e macchine non sono fatti per "chi tira indietro la gamba", lo stesso Niki Lauda in Formula 1 parlava così di Lewis Hamilton e Niko Rosberg nell'aprile scorso, quando i due piloti Mercedes se le davano di santa ragione nella cornice del GP cinese e l'inglese fece da tappo al tedesco: "Lewis ha fatto il necessario per vincere, naturalmente è stato egoista. Questi piloti sono dei bastardi egocentrici. L'egoismo è necessario per vincere un Mondiale, è una cosa vecchia come il mondo".
Rosberg in conferenza dopo il GP di Cina dice che Hamilton ha compromesso la sua gara
Nonostante il coro dei supporters sia folto e agguerrito - su Change.org è partita una petizione internazionale per la rimozione della penalità a VR46 - continuo a non comprendere ragioni e tesi a supporto della tesi difensivista: come avrebbe potuto la Direzione Gara condonare il fatto? Valentino si è preso la responsabilità di una plateale scorrettezza che non poteva non esser sanzionata. Farlo, avrebbe significato tollerare comportamenti che vanno oltre il limite.
Rossi è stato ostacolato ripetutamente: è vero. Rossi è stato ripetutamente infastidito da un comportamento al limite: anche questo è vero. Marquez ha dato strada libera al connazionale Lorenzo: solamente un ingenuo penserebbe il contrario. Ma quali delle cose che ho appena elencato è vietata dal regolamento? Sono pienamente d'accordo con Alex Zanardi sul punto: "Quello che Marquez ha fatto in pista non è sanzionabile, non ha infranto nessun tipo di regolamento". Non dimentichiamo la condotta al limite che lo stesso Valentino ha condotto in svariate occasioni nel corso della carriera. Allora si liquidava la questione più o meno con un "la MotoGp non è sport per femminucce".
Esiste una linea molto sottile che chi monta in sella a questi bolidi conosce molto bene e delimita quello che si può fare da quello che è invece proibito: Marquez l'ha solo furbescamente accarezzata, Valentino ha deciso di prendere le forbici e tagliare di netto. E' un discorso trasversale, che vale per tutti. Rossi ha sbagliato, e giustamente sanzionato.
Ma questo non mi impedirà di tifare per lui a Valencia perché, dopotutto, io sto con Valentino.