Quesiti d’identità in mostra al Macro ARSENALE CREATIVO
“Essere o non essere” è l’enigmatico titolo della mostra di Giulio Paolini, fino al 9 marzo al Macro di Roma, con cui l’artista, piemontese di adozione, sceglie di interrogarsi ancora una volta sul complesso e misterioso rapporto che lega l’opera al suo realizzatore, nonché allo sguardo indagatore dello spettatore. Il dissidio interiore che nella tragedia shakespeariana dilania l’animo di Amleto, a causa dalla complessità dei rapporti umani, è trasposto in arte da Paolini, che spesso perde la sua identità di artista per diventare semplice spettatore, per poi, ripensandoci, tornare con ruolo attivo nella sua opera in un gioco che rimane sospeso.
La mostra, realizzata in collaborazione con la Whitechapel Gallery di Londra, dove proseguirà a luglio 2014 in una versione rivisitata e ampliata, offre un percorso espositivo che esplora un ventennio di ricerca negli ambiti dell’arte concettuale, dagli anni Novanta ad oggi. Partendo dal presupposto di questa corrente artistica, che come afferma Joseph Kosuth nel 1969 “mette in discussione la natura dell’arte”, il visitatore deve abbandonare la pretesa prettamente estetica per mettersi alla prova non più solo emotivamente, ma anche psicologicamente e mentalmente. Gli si chiede di compiere un esercizio intellettuale che lo renda parte attiva dell’opera. Un mettersi in gioco, dunque, tanto dell’artista che dello spettatore e in cui i ruoli possono giungere fino ad invertirsi, richiamandosi nuovamente all’essere e non essere del titolo. Dodici installazioni in parte già viste altrove, ma che, rivisitate per il nuovo spazio espositivo del Macro, acquisiscono nuova forma e dimensione; tra di esse un’inedita, creata appositamente per l’occasione, in cui compare anche il supporto di un video.
Un consiglio? Non chiudersi a riccio di fronte a queste opere per paura di “non capire” o “capire male”. Osare senza tentennamenti nella ricerca del concetto, del tema primario della ricerca di Paolini. Non c’è necessariamente un giusto e uno sbagliato. Tutto può essere (o non essere?).
Quesiti d’identità in mostra al Macro ARSENALE CREATIVO