Questa sera tutti al ristorante giapponese ma sarà sicuro?

Creato il 06 aprile 2011 da Urdesign

Sono ormai settimane che non si parla d’altro. Il disastro che ha colpito il Giappone ha messo in ginocchio l’intera economia globale. I peggior danni però arrivano dal disastro alla centrale nucleare di Fukushima, colpita dalle forti scosse di terremoto del mese scorso.

I danni, sottostimati in un primo momento, sono quasi apocalittici. Si stima che il disastro di Fukushima possa essere ben più grave di quello che negli anni ’80 ha colpito Chernobyl nell’est dell’Europa.

Ora, ha quasi un mese dal disastro, a far paura e l’onda radioattiva che si sta riversando nel mare davanti alla centrale nucleare giapponese, ricca di radionuclidi pericolosi per la salute e per l’ambiente che le correnti oceaniche stanno lentamente portando a spasso per l’intero Oceano Pacifico.

In mare finisce di tutto, dal ceseio allo iodio 131 e non si esclude che nelle acque si sia riversato anche del plutonio, dal momento che tracce di questo velenosissimo elemento radioattivo sono state rilevate nelle falde acquifere vicino al luogo del disastro. Se per ora si ha un’idea di cosa  è stato disperso nelle acque vicino alla centrale, pochi sono i dati che ci possono assicurare della contaminazione a largo. “Al momento, tutto quello che sappiamo è che a 30 chilometri al largo della centrale il livello di iodio 131 e di Cesio 137 è pari a circa 20/30 Bequerel per litro, ovvero diecimila volte più alti di quanti ne venivano misurati prima dell’incidente” spiega Roberta Delfanti, ricercatrice dell’Enea in un’intervista pubblicata su Marescienza.

E’ quindi difficile stabilire se la fauna marina ha subito danni da questo disastro dalle proporzioni bibliche e ancor di più verificare che il pesce che arriva sulle nostre tavole non abbia subito mutazioni genetiche. Aldo Grasselli, presidente della Società Italiana dei veterinari di medicina pubblica, esclude categoricamente che del pesce contaminato possa arrivare in Italia. C’è da ricordare inoltre che il pesce che viene utilizzato per la produzione del sushi vive in gran parte in mare aperto, lontano quindi dalle fonti di inquinamento. Inoltre non esiste un grande mercato di importazione del pesce giapponese nel nostro paese, basti pensare che i mercanti di pesce giapponesi fanno razzia di tonno nel nostro mediterraneo.

Quindi questa sera, quando starete per ordinare il vostro “panfilo” di sushi & sashimi misto per due, state pure tranquilli, è tutto pesce sicuro.


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