Era un uomo buono, sensibile, rispettoso delle idee degli altri, ma determinato nel portare avanti le sue. Aveva un carattere un pò diverso dal mio e grazie a questa diversità caratteriale ci si confrontava ogni qualvolta si doveva risolvere un problema; alla fine si trovava un punto d'incontro e insieme si operava. Eravamo molto legati; da piccoli ci chiamavano "I Fratelli Bandiera"; da grandi spesso ci scambiavano i ruoli, essendo entrambi dipendenti comunali;
"Buongiorno, Comandante" mi sentivo salutare, " Buongiorno" rispondevo senza dire che il Comandante era mio fratello; in quel momento, in quel saluto affettuoso sentivo di rispondere con la stessa cortesia, lo stesso sorriso e lo stesso affetto, con cui avrebbe risposto Lui. La sua dipartita ha lasciato un vuoto incolmabile in tutti noi ed anche se sono trascorsi circa 16 anni da quel lontano 26 Dicembre, Egli è presente nel nostro cuore e fin quando vive dentro di noi, Egli è vivoe lo sarà per sempre. Pochi giorni prima di morire ha scritto una poesia, dalla quale ho estrapolato alcuni versi, carichi di sentimento e di profonda fede, che, a parer mio, sono premonitori del premio che pochi giorni dopo avrà ricevuto, entrando nella Casa del Padre. Abitare nello splendore del Paradiso e vedere Dio, è il premio più grande che si possa immaginare. Solo gli Eletti, ossia coloro che nel corso della loro vita terrena hanno accettato gli insegnamenti divini ed armonizzato ad essi la loro condotta di vita, possono riceverlo e mio fratello era certamente tra questi. Le sue sofferenze fisiche non hanno sradicato la fede in Cristo ch'era in lui, per cui non avrebbe potuto scrivere questi versi :
"E quando insieme andremo
al Dio dei Cieli;
a Lui consegneremo
il nostro Amore,
Amore che sarà
eterno e puro,
Amore che sarà
il vero Amore"
se la sua anima non avesse ricevuto la grazia del Signore. "Auguri, fratello, per il tuo 69° compleanno! Anche senza i gradi di Comandante, continua a vigilare dal Cielo su di noi e su quanti Ti hanno voluto bene. ".