Questione di palle

Creato il 06 dicembre 2013 da Femina_versi @MicaelaTweets

Stanotte è mancato Nelson Mandela. No, non parlerò di lui e del suo valore perché vi sono luoghi migliori di questo. Ma indubbiamente la sua leadership è stata fondamentale per cambiare radicalmente un paese ed una cultura sottostante che pareva tanto radicata ed intoccabile. Non solo: egli ha lasciato il segno a livello mondiale conquistandosi il rispetto di amici e nemici.

Ma una leadership non si veste come fosse un semplice vestito grazie ad una nomina: non basta – per dire – diventare Presidente del Consiglio per essere anche rappresentante ed esempio di forza, valori ed ideali di una comunità. E noi italiani ne sappiamo qualcosa.

Ora capita ad un Presidente del Consiglio di doversi trovare all’estero, capita anche che in tempi di pace si dirotti l’istinto di guerra – sociologicamente parlando – in scaramucce sportive che possono anche assumere toni eccessivi. Ma, mi chiedo, un vero leader quali valori dovrebbe trasmettere?

Il rispetto, delle persone e delle regole? L’atteggiamento passionale ma non violento? Il gioco di squadra? L’apprezzamento dei valori dell’avversario? L’educazione nei confronti del paese straniero che ci ospita?

Il contrario di tutto ciò?

Oppure una sorta di pedagogia del “son ragazzi…” per cui non ne facciamo una storia più grossa di quella che è.

Mi riferisco, ovviamente, alla visita del nostro Presidente in Polonia e alla sua richiesta, in merito all’arresto dei tifosi laziali dopo gli incidenti del pre-partita tra Legia Varsavia e Lazio di giovedì scorso: “nel rispetto delle leggi e della separazione dei poteri, una attenzione particolare e la massima accelerazione possibile nella applicazione delle regole” , richiesta che ha messo in evidente imbarazzo il Presidente polacco.

Non solo: Letta fa visita ai parenti di questi bravi ragazzi ingiustamente carcerati, all’ambasciata italiana, promettendo di interessarsi personalmente alla vicenda per ”evitare lungaggini”.

Chiaramente i nostri bravi ragazzi non sono stati arrestati per aver buttato la carta per terra e le reazioni indignate del Ministro degli Interni polacco (sono dei banditi) sono pienamente comprensibili.

Nel mio mondo immaginario, un leader posto in una situazione del genere avrebbe intanto chiesto scusa al popolo polacco per gli atti vandalici compiuti da nostri connazionali, non avrebbe chiesto favoritismi (fosse anche l’acceleramento delle procedure, che non otteniamo neppure in Italia!) e non avrebbe favorito quella pedagogia della sdrammatizzazione per cui alla fine i nostri piccini non van mai condannati troppo pesantemente.

Avrebbe insegnato a tutti, noi e loro, il rispetto delle regole e la buona educazione.

Il rispetto delle regole e la buona educazione: valori base di una società.

Ma d’altronde il mio paese è quello in cui, sempre pochi giorni fa i bambini della Juventus (minori di 14 anni) hanno insultato con cori da ultras il portiere dell’Udinese.

Si sa, son ragazzi.

E fare il leader è sempre e solo una questione di palle.

immagine tratta da qui.



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