Non è tanto la questione Euro o non Euro, Lira o non Lira.
Non importa come si chiami la moneta: è sempre un pezzo di carta che rappresenta qualcosa.
Una volta rappresentava le riserve auree (la cosiddetta “convertibilità”); adesso dovrebbe rappresentare la ricchezza di un paese espressa in altri termini: materie prime, fabbriche manifatturiere, beni archeologici ed artistici, turismo, manodopera etc, in poche parole le attività produttive di una nazione.
Ma se uno stato rapace e predatore tassa le attività produttive in un modo asfissiante, costringendole a chiudere e/o a cercare lidi migliori, questa moneta non sarà altro che carta straccia senza valore.
L’unica via per riprendere a crescere è quindi una tassazione equa ed una seria riduzione delle spese correnti, altrimenti impediremo sia lo sviluppo che la crescita, innescando un circolo vizioso per cui meno attività produttive produrranno meno introiti fiscali, il che si concretizzerà in un aggravio di tassazione sulle attività rimanenti e così via…
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