Questione di tempo
Creato il 21 novembre 2013 da Veripaccheri
Questione di tempo
di Richard Curtis
con Rachel McAdams, Domhnall Gleeson, Bill Nighy, Tom Hollander
genere, commedia, drammatico
Gran Bretagna 2013
durata, 123'
Nella
vita certe scelte non avvengono per caso. Richard Curtis per esempio
aveva scritto il copione di due delle commedie di maggior successo degli
ultimi anni. Parliamo di "4 matrimoni ed un funerale" e "Nothing Hill",
lungometraggi in grado di riportare il genere ad una purezza antica, con
l'understatement tipicamente british utilizzato per tenere a guinzaglio le
conseguenze dell'amore di cui le storie di Curtis sono piene. Un
successo che ha finito per condizionare l'artista, ingabbiandolo in un
manierismo di intrattenimento routinario, tra script girati in proprio
(Love Actually e I Love Radio Rock) oppure delegati ad altri colleghi
(Bridget Jones). Il discorso si riapre con " Questione di tempo"
una love story che continua sulla strada intrapresa dai
suoi capolavori, aggiornandoli
con una contaminazione di elementi appartenenti al fantastico, derivati
dalla scelta di dotare il protagonista della possibilità di viaggiare
nel tempo. Succede infatti che Tim, ragazzo timido ed un po'
imbranato, venga a conoscenza del fatto che tutti i maschi della sua
famiglia possono
rivivere le proprie esperienze, tornandole a visitare a proprio
piacimento. Una rivelazione sconvolgente di cui Tim si avvantaggia per
conquistare la donna della sua vita ed aggiustare le contraddizioni
dell'esistenza.
Curtis
utilizza il sovrannaturale depauperandolo delle sua spettacolarità (
basterebbe vedere con quale essenzialità riesce a serializzare il leit
motiv legato ai salti temporali di Tim) e poi se ne serve per
destabilizzare l'esistenza del protagonista, costringendolo a fare i
conti con le responsabilità derivate da quel potere. Pur partendo dal
solito schema- il disagio maschile e la ricerca dell'anima gemella -
Curtis alza l'asticella della suo poetica, raccontando non solo
l'innamoramento ma ciò che viene dopo. Così se nei due capolavori
interpretati da Hugh Grant a farla da padrone era il percorso ad
ostacoli che gli amanti dovevano superare per coronare i loro sogni, in
"Questioni di tempo" tutto si sposta in avanti, con Tim e di sua moglie
Mary, impegnati a crescere i figli ed a occuparsi delle
vicissitudini dei loro cari, ed in particolare di Kit Kat la sorella di
Tim,
logorata dalla relazione con un impenitente donnaiolo. Un ambizione
complessa, per la difficoltà di amalgamare codici appartenenenti a
generi
diversi, e per un clima generale tra il divertente e l'ironico
quando illustra le avventure temporali di Tim, ma anche malinconico e
persino drammatico, quando ad un certo punto affiora la consapevolezza
che neanche un dono straordinario come quello di Tim può metterlo al
riparo dalla finitezza della natura umana.
E' giusto dire che nel tentativo
di assemblare materiali così eterogenei, "Questione di tempo"
perde qualcosa per strada, perchè il ritratto di Mary (Rachel MacAdams)
fatica ad
interiorizzare il trascorre del tempo, rimanendo sclerotizzato sul
modello iniziale di ragazza della porta accanto, e poi perchè il
rapporto tra Tim e suo padre riesce solo in parte a tramutarsi in uno
sguardo sul mondo, restando per lo più legato ad un lirismo delle
piccole cose. Ma è nella misura in cui è commisurato alla maturità di
chi l'ha realizzato, ed il modo con cui partecipa alle vicende umane che
racconta, a fare di "Questione di tempo" un' opera profondamente
sincera. Curtis gli costruisce un impianto formale adeguato ed allo
stesso tempo anomalo, che privilegia il contesto realistico e
l'informalita' delle riprese, con la prevalenza di colori sfumati a
segnalare il carattere transitorio delle situazioni, e la mobilità della
mdp a restituire l'alternanza dei piani temporali. Qualità sufficenti
per recuperarlo, se non l'avete ancora fatto.
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