Questo Sì e Questo No

Da Benben73

Uhmmmm… E pazienza se i palati più fini in fatto di scrittura storceranno il naso con un inizio siffatto. Francamente – per citare qualcuno – me ne inifischio. Omolà!!!

Avere uno spazio tutto mio qui, su quest’isola felice, in cui esprimere pensieri in libertà, mi porta a fare anche alcune considerazioni. In questo caso, la spinta motivazionale è nata da Alessia e dal suo post di cui ho ripreso il titolo (non potevo fare diversamente). Vedete, conoscere persone induce a fare riflessioni, sia che le persone conosciute vivano ancora in un limbo virtuale o, al contrario, siano materialmente conosciute. Alessia rientra in questa seconda categoria: ci conosciamo, ci frequentiamo, ci parliamo, ci scriviamo messaggi – alcune volte deliranti e demenziali- e ci capiamo. Leggere il suo post/articolo mi ha in un certo senso colto di sorpresa. Pensavo di imbattermi in qualche altra meravigliosa foto e, invece, mi sono trovata, tra gli occhi e tra le mani, un articolo essenziale, scritto bene, frutto di idee chiare e, in un certo senso, pruriginoso per il mio impazzito pensiero, costantemente in subbuglio.

Cioè: più di una volta mi sono trovata a chiedermi cosa davvero mi piace e cosa davvero non mi piace. Sembrerà banale, ma, sempre, sono giunta a stilare una lista infinita. Così, cogliendo lo spunto offertomi da Alessia, mi sono ripromessa d’essere brava e di spulciare per bene benino le cose amate e le cose odiate. Lei sa che mi ha messo un poco in crisi e non perché – come scritto – non ci abbia mai pensato, ma proprio perché ci ho sempre pensato troppo. Così, armata di santa pazienza, rimboccandomi le maniche, mi sono concentrata e ho stilato una piccola essenziale classifica. Oh, ci tengo a precisare che il frutto di questa elucubrazione è avvenuto in ogni dove e in ogni momento: in macchina, tra i gomitoli, tra i fornelli, prima di dormire fissando il soffitto o tra le righe di un libro, sotto la doccia etc… etc..

Dimenticavo: volutamente da questo elenco sono stati tolti i gomitoli, il mondo elfico ed il mondo colorato.

QUESTO SI

  1. Il suono delle campane a festa: adoro le campane. Le campane della festa. Che sia domenica, Pasqua, Natale o la nascita di un bimbo, sentirle mi sprigiona gioia. In un certo senso mi alleggerisce l’anima. E mi piace ascoltarle bene: “assaporare” il suono che si perde nell’aria o rapito dal vento. In montagna, poi, il suono delle campane è ancora più bello. Oserei descriverlo come magico.
  2. Scrivere/leggere: non ci può essere l’uno senza l’altro. Scrivo da quando ho imparato a tenere una matita in mano e da quando ho capito che anch’io posso esternare pensieri. Scrivere è qualcosa che va al di là del semplice verbo e del semplice atto che permette di collegare cervello/pensiero/mano/penna/carta. Scrivere è comunicare, esprimere, inventare, creare, elevarsi, liberare se stessi, svuotarsi per riempirsi ancora e ancora. Nella mia piccola ignoranza ho capito che puoi imparare tutte le regole grammaticali esistenti, ma se non imprimi alle parole “quel non so che” di vitale tutto si perde. Puoi leggere testi, studiare autori, fare laboratori di scrittura, tutto serve e tutto conta, ma se manca “quel non so che” tutto si perde. Scrivere è come respirare. Scrivere è un dolce tormento. Scrivere è un atto d’umiltà: il coraggio di donare un pò di sé a chi vuol accoglierti e conoscerti. Niente altro. E se arrivi a chi legge, allora, sei capace di comunicare.
  3. Musicatutta la musica, soprattutto quando me la sparo in cuffia, canto e ballo senza che nessuno mi veda. La musica che ti fa battere il cuore, sfoglia ricordi, regala emozioni, libera energia positiva. E qui ometto di fare la classifica delle canzoni che hanno il merito di trasformarmi.

QUESTO NO

  1. Le persone false: per intenderci quelle persone che amano riempirsi la bocca di belle parole. Belle parole, sì, ma vuote, non sentite. Le persone che ti sorridono e ti offrono il caffè e ti chiedono “come stai?” giusto perché a loro non gliene frega un benemerito niente (o un benemerito cippalippa), ma devono rispettare le convenzioni sociali e, quindi, te lo chiedono, magari dandoti pure un bacio sulla guancia. Quelle persone, per intenderci, che abusano di parole sacre ed importanti, quali amicizia e rispetto, ignorandone totalmente il significato. La falsità qui va a braccetto con l’ipocrisia.
  2. (segue) Mancanza di rispetto: forse per ignoranza o insensibilità, non lo so. Sta di fatto che la mancanza di rispetto mi fa scalpitare il muflone che mi abita dentro. Se tutti avessero un poco più di rispetto – nelle parole e nei gesti – per ogni essere vivente e per ogni cosa, forse ci sarebbe un poco più di pace e, forse, sarebbe tutto più semplice. Anzi, tolgo il forse e dico quasi sicuramente. Non è così difficile, penso, eppure… eppure non è così. Anche il rispetto richiede umiltà, ma per come va il mondo oggi e per come la vita viene improntata dai più, mi rendo conto che se vuoi farti largo nella vita stessa il rispetto e l’umiltà sono cose che non sempre pagano. Questo ho constatato e ho visto. Ma, come già detto altre volte, anche qui “francamente me ne infischio” e vado, con rispetto ed umiltà, avanti per la mia strada. Omolà!!!
  3. Le commesse di certi negozi e qui urge fare una distinzione ulteriore: 3A) quelle che ti si fiondano addosso, magari attaccandosi alla giugulare della tua ombra – puoi sentire il loro umido respiro – e stanno lì, come cozze attaccate allo scoglio, e ti chiedono per ogni oggetto su cui disgraziatamente si posa il tuo sguardo se hai bisogno di qualcosa. E mentre loro sbavano e smaniano di conquistarti come preda (perché tu lì, in quel posto, non sei più un cliente, ma sei una preda), pensi che l’unico modo per ignorarle sia uscire dal negozio. 3B) quelle che appena entri ti squadrano da capo a piedi – radiografia e tac incluse – e contano quanti soldi hai in banca e in borsa solo basandosi su come vesti e su come ti proponi, capaci, di non rispondere ad una tua semplice richiesta solo perché ai loro occhi puoi sembrare una scombinata stracciona. A me è capitato. Vero vero, eh?! Scena molto da Pretty Woman. In fondo ciò che chiedevo era una cosa semplice, un oggetto di uso quotidiano. Sono stata liquidata con un: <<Forse è un pò troppo caro per lei>>. Curiose vero di sapere qual era l’oggetto della mia richiesta, eh? Vi cadrebbero le braccia e tutti gli ossicini del vostro amato scheletrino se ve lo dicessi. Sta di fatto che non ho più messo piede in quel negozio…. mai più e mai più lo farò. Vi posso solo dire che – cafona la commessa – sono stata fin troppo educata nel risponderle. Ricordo che tenevo in mano il casco della moto. Per un attimo pensai di stringere tra le mani una granata e di ficcarla in quella bocca schifata su un viso diafano. Vi ho reso l’idea?

Ohhhh… con questo chiudo una sfida interminabile con me stessa. Ho messo le cose che più amo e le cose che più detesto. Come accennato poco sopra, ho volutamente eliminato tutto il mondo gomitoloso e – ammetto – anche lui, la mia metà; ma questa era una faccenda solo tra me e me. Non è stato facile. Può apparire banale o semplice, ma – vi assicuro – non lo è. E voi? Quali sono le 3 cose che più amate e più odiate? Solo 3… (comunque lo sapevo: ora che ho terminato e mi accingo a salutarvi, ecco spuntare altre categorie… ma va bene così. Non aggiungo altro e come scritto già due volte qui, “francamente me ne infischio”: la sfida con me stessa non avrà mai fine).

Un abbraccio ed al prossimo post. Sarà gomitoloso? Credo di sì. Benben <3"><3"><3