Qui Bourke, tutto bene, si va avanti

Creato il 03 novembre 2012 da Guidoeug @EugenioGuidotti

Darling Farm, Bourke, NSW, 3 nov 2012, ore 18:12, giorni visto 13/88

Qui Bourke, tutto bene, si va avanti. Sono già tredici giorni di vita nei campi, tredici giorni di visto in meno da reggere. Non posso certo dire che mi piaccia, ma almeno gli stati di disperazione dei primi giorni sono lontani. Più passa il tempo in questa valle di meloni e più mi abituo, conosco, mi tempro. Giusto le storie sui serpenti turbano un poco i miei sonni e le mie docce. Storie di backpacker del passato, che nessuno ha conosciuto, i quali hanno trovato serpenti ovunque, dai letti alle docce a qualsivoglia altro posto. Uno è stato anche morso, ma si è salvato, si narra. Non do tanto peso a queste chiacchiere, ma da qualche tempo ho preso a portare con me la scopa dentro alla doccia. Così, per essere sicuro, per avere un’arma di sorta. Non credo di riuscire ad ucciderne uno, e nemmeno vorrei provarci, ma dicono che se un serpente ti morde è meglio ucciderlo e portarlo al medico che ti deve salvare la vita. E’ la maniera più sicura per non sbagliare antidoto. A casa stavo in doccia delle ore. Qui faccio molto prima.

E’ anche arrivato già il primo stipendio. 830 dollari per 67 ore di lavoro meno 500 dollari tra affitto e caparra. Non male, anche se prendevo meglio a Perth. Tuttavia non mi lamento; vado avanti e vivo giorno dopo giorno. 79 all’alba. 78. 77. I lavori da eseguire procedono e variano. Si zappa, si pota, si tolgono i rami secchi con le mani. Li odio tutti, ma tanto è uguale. Alle due e mezza si finisce e domani è un altro giorno. La mattina è però il momento peggiore della giornata. Devi iniziare, è freddo e buio. Prima si iniziava alle sei e mezza, ora alle sei. E’ indispensabile, perché come fa tanto freddo la notte, fa tanto caldo di giorno. A mezzogiorno, di solito, la temperatura va dai 30 ai 40 gradi. Poca aria e comunque quella poca che soffia non riesce a penetrare i filari di mandarini. E’ un forno a cielo aperto, e più si va avanti più farà caldo. Dicono che in piena estate, tra dicembre e gennaio, si arrivi tranquillamente a 50 gradi. Tranquillamente. Quindi iniziare prima è una gran bella cosa. Ho anche qualche notizia in più sul mio futuro. Per le prossime due o tre settimane si poterà e poi si inizierà a raccogliere i meloni. Ogni volta che si tira fuori questo argomento la gente abbassa lo sguardo. Chi l’ha fatto, racconta che sia davvero una gran fatica. Le ragazze, tra cui Sylvie, verranno messe nel capannone dove si impacchetta la frutta ed i ragazzi, tra cui me, raccoglieranno i meloni. Un altro modo per dirlo sarebbe che le ragazze stanno al fresco ed i ragazzi sotto al sole. Un altro modo ancora sarebbe che le ragazze se la spassano e i ragazzi si spaccano. E stessa paga. E’ discriminazione. Bella e buona discriminazione di una volta. Le ragazze agli affari da ragazze e gli uomini a lavorare duro. Però qui non ho visto femministe. Sarà un caso ma negli ultimi cento anni nessuno si è mai lamentato, ho chiesto in giro. Non si è mai vista una ragazza saltare su e dire: “Cosa? Che storia è questa? Noi in un capannone all’ombra e gli uomini sotto al sole a schiene piegate? E’ inaccettabile. Noi non siamo diverse da loro. Sapete una cosa? Mandate gli uomini ad impacchettare che noi andremo a raccogliere con 50 gradi”. Nessuna protesta, meno che meno ragazze a seni nudi che sbraitano con cartelli recriminanti il diritto di raccogliere i meloni. Non si è mai visto, qui, a Bourke, Australia.