Per dire: avrei detto che a Bersani, manca proprio un "cum", così come manca a tutto il Pd. Sembra infatti che quando arriva l'ora di cambiare marcia, si trovi sempre qualche via per peggiorare. La filosofia è sempre la stessa: avanti piano, quasi indietro. Allora tra un'intervista di Veltroni qua, una dichiarazione di D'Alema là e qualche scivolone falce&martellamente innamorato, siamo alle solite. Avrei potuto poi continuare dicendo che, a Casini e ai suoi amici del centro, manca invece un "ubi". Ed è evidente e scontato il perché: siamo nel 2012 la Balena Bianca non c'è più ed è arrivato il momento di scegliere dove stare. Di qua o di là, fai tu: basta che prendi una decisione. E poi ci sarebbero stati quelli a cui manca un "quia": IdV e Lega. E tralasciando cattiverie del tipo "perché ancora esistete", ci sarebbe stato da ridere pensando al prossimo "perché" sul quale si sarebbe basata la loro linea. Robetta. Niente di che. Per ultimo, avrei lasciato quelli a cui manca un "ut", cioè Sel, con grandecapo Vendola in primis. Sì, perché a me Vendola può anche piacere quando parla, ma se lo ascolto tutto penso meno che ad uno che sappia Governare: cose belle, dette bene, ma che poi per farle e come farle, non ne ha la più pallida idea. E parlo di idee concrete, pragmatiche, quelle che servono. Peccato, perché, magari, sarebbe venuto fuori un post anche un po' arguto. E oltretutto, sarei giunto all'ardua riflessione finale: come sarebbe adesso trovarsi in cabina elettorale? Cioè: che sensazione si proverebbe? Al di là del dove mettere quella benedetta X, come ci sentiremmo noi italiani, dopo questi mesi ultratecnici, che hanno spazzato via la politica dalle nostre chiacchiere? Voglio dire: ammesso che lo spread possa essere una cartina tornasole di come va un paese, Berlusconi ha trovato il dato intorno a 37, lo ha lasciato a 500 e adesso è tornato sotto i 300. Il fatto però, è che non è stato l'oppositore politico - o un qualcun altro politicamente individuabile - a raddrizzare le cose. No. È stato un insieme di persone, che sanno il fatto loro, che con la politica e con le politiche, non c'entrano o quasi. Ed è qui il difficile. Non puoi nemmeno dire, dall'altro della massima razionalizzazione bipolare: è andato male quello di prima, è arrivato quell'altro che ha fatto bene, quindi quell'altro va bene: lo voto. Perché a far andare bene le cose, è un quell'altro ancora, che è esterno al sistema dei partiti e che con ogni probabilità la prossima volta che tirerai fuori la tessera elettorale, nemmeno ci sarà. E allora? Chi votare? Come avrei concluso? Non lo so, pensandoci mi sento confuso. Per fortuna che non ho nemmeno cominciato.
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