Sono ormai cinque le partite giocate in questa stagione e, anche se è ancora troppo presto per dare giudizi definitivi, si può cominciare a fare qualche considerazione sulle forze messe in campo dalle società di Serie A e della resa in campo a fronte degli obiettivi dichiarati dalle stesse.
La prima cosa che balza agli occhi è la partenza al rallentatore delle due squadre milanesi, che alla quinta giornata possono vantare il ben magro bottino di appena 5 punti il Milan campione in carica e di solo miseri 4 punti l'Inter, che solo due stagioni or sono centrava il magico triplete.
Una spia del non rafforzamento delle rose delle due squadre meneghine che già si era commentato in fase di mercato, nel quale il Milan del presidente Berlusconi aveva mancato l'ingaggio di un forte centrocampista (Hamsik?) e aveva preferito lasciar libero di trasferirsi alla Juventus quell'Andrea Pirlo che si sta dimostrando invece ancora, e di gran lunga, il miglior centocampista italiano.
Una scelta miope, quella della squadra rossonera, che ha invece mantenuto gli altri vecchi campioni del centrocampo, come Seedorf, Gattuso, Ambrosini e Van Bommel, costruendo un reparto molto muscolare ma con il solo olandese a fornirgli tecnica e visione di gioco, certamente non coadiuvato in questo dal connazionale Emmanuelson e dal francese Flamini.
Un Milan quindi difficilmente in grado di tenere le due competizioni, il campionato e la Champions league, con una rosa troppo povera di giocatori di livello internazionale e per di più quasi tutti nella fase discendente della carriera.
Anche l'Inter è reduce da un mercato nel quale ha più che altro pensato a riallineare il bilancio societario, cedendo addirittura il suo giocatore più prestigioso, il camerunense Eto'o, ai russi dell'Anzhi, rimpiazzandolo con il 32 enne Diego Forlan, giocatore di buon livello ma non all'altezza dei calciatori al top delle classifiche di rendimento, e con il 24enne Mauro Zarate, reduce da stagioni alterne alla Lazio.
Per il resto una rosa che appare incompleta, specialmente in difesa, dove sarebbero serviti nuovi innesti di qualità.
Non sorprende la prima posizione occupata dalla Juventus, che pare finalmente dotata di una rosa all'altezza e affidata ad un allenatore giovane ma che ha dimostrato di saperci fare, quell'Antonio Conte che da vecchia bandiera della Juventus che fu potrà riportare forse nella squadra quello spirito combattivo e vincente che sembra smarrito dal giorno della retrocessione in Serie B, un trauma dal quale tutto l'ambiente bianconero stenta a superare.
Io credo che la juventus non sia ancora complessivamente all'altezza delle milanesi e, soprattutto, delle maggiori squadre europee, ma il vantaggio di potersi dedicare solo al campionato potrebbe rivelarsi decisivo anche per un'inaspettata affermazione in campo nazionale.
Affermazione invece sicuramente alla portata del Napoli di Walter Mazzarri, che non solo fa bene in campionato ma dimostra di poter affrontare da pari a pari qualsiasi avversario internazionale, come hanno dimostrato il pari ottenuto in casa del Manchester City e la vittoria guadagnata al San Paolo contro gli spagnoli del Villarreal.
Un Napoli che si conferma dunque in crescita, secondo i piani del presidente De Laurentis, e che si è adeguatamente rinforzato in Estate con l'ingaggio di giocatori utili come Inler, Santana, Pandev e Dzemaili.
Forse il punto debole del Napoli sta nel non aver trovato un ricambio per Edinson Cavani, rimanendo l'ormai logoro Lucarelli l'unica alternativa da schierare come prima punta, e un centrale difensivo affidabile e livello internazionale.
Un elogio particolare va però proprio all'allenatore del Napoli, il 50enne allenatore livornese che da quando è approdato in Serie A non ha mai fallito una stagione, mettendo sempre in campo squadre combattive, veloci e intraprendenti e, soprattutto, vincenti.
Probabilmente è l'unico allenatore della sua generazione a poter aspirare ad entrare tra i grandi della sua categoria professionale.
Sorprende un poco la posizione in classifica di Udinese, Palermo e Cagliari, tutte squadre che hanno in Estate fatto cassa vendendo alcuni dei propri migliori giocatori e sostituendoli con giovani sconosciuti. Il Palermo ha addirittura affidato la squadra ad un allenatore debuttante, Devis Mangia, eppure eccole li, a ridosso delle prime.
Bisognerà vedere se le quattro outsiders riusciranno a tenere alla distanza. Per ora è meglio sospendere ogni giudizio.
Più sotto, tra gli 8 punti di Roma e Lazio e i 4 punti di Inter e Atalanta (che ne avrebbe però 10 senza la penalizzazione) si trovano ben 12 squadre, a testimoniare l'equilibrio che regna in questa fase del campionato. Un equilibrio che forse è lo specchio della mediocrità dell'attuale calcio italiano, ma che comunque rende interessante la competizione tra squadre che possono, a seconda dei risultati, lottare per un posto in Europa League oppure per non retrocedere.