Quinto tomo dell'io

Creato il 08 febbraio 2014 da Spaceoddity
Sono troppo presuntuoso per avere anche solo un briciolo di autostima. Intendo quell'autostima preconfezionata e all'ingrosso, da corsi di belle parole sussurrate o gridate allo specchio, quel prodotto industriale che si basa su parametri facilmente condivisibili (e che perciò un valore l'avranno pure). Bellezza, intelligenza, capacità. Non ne ho nessuna in quantità significativa per distinguermi. Già. L'autostima richiede un ascolto maggiore per i parametri, io su questo punto sono irriducibilmente anarchico.

Poi bisogna pure dirlo: per avere autostima bisogna specchiarsi e riconoscersi virtù mature. Come può avere virtù mature chi pensa solo a crescere, a superarsi, chi si vede come un ostacolo tra ora e la prossima tappa? Ma soprattutto: come ci si può aspettare umiltà da parte di chi continua a individuare gli snodi fondamentali che lo caratterizzano in cose vecchie, vecchissime, datate e ingenue?

D'altro canto, prendiamo l'io. Sarò forse l'unico a considerarlo una prova di modestia e di responsabilità? Io non capisco come dire io possa essere prova di arroganza, non lo capisco: mi sembra anzi che circoscrivere il soggetto consista nel lasciare agli altri la possibilità e la libertà di pensarla diversamente. Non è forse questo il portato maggiore del salto nel buio tra il superomismo tardoromantico e l'inettitudine del Novecento? E poi ci sono quelli che non vogliono essere coinvolti. Ma questo è un altro capitolo e riguarda il "tu".

A chi mi domandasse allora quale sia il valore di un parere isolato, così circoscritto, risponderei che è proprio di essere un'opinione altra, il più possibile sincera e sensata. Niente di più, ma - scusate - niente di meno. Essere sinceramente un altro, ma esserci. Non capisco quelli che vogliono per forza andare d'accordo: l'accordo ha, per me, il solo valore operativo, ma per i robot intransitivi e asociali di oggi, le idee - se hanno il coraggio di spendersi fino in fondo (e se si vuole anche consumarsi) nella vita di tutti gli altri -  è bene che siano il portato più originale possibile, il contributo della nostra esistenza al mondo circostante. La vera prova che tutti, anche se non siamo geni, esistiamo e ci spendiamo. E diamo.

Ciascuno di noi è irriducibile. Siamo liberi e oziosi. Ho un ego molto grande, ma il suo rovescio ha una sua ragion d'essere e sta nel fatto che quest'ego è l'unica forma possibile in cui si possa vivere tra gli altri, diluirsi nella vita e nel più totale, ma fecondo, anonimato. Odio la fama, la moda è troppo effimera: io penso in grande e punto all'eternità a cui è destinato chi sparisce.

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