Scrive Andrea Bassi sul Messaggero:
Da tempo alla Camera di lavora ad una correzione di questo errore della riforma previdenziale, ma tutte le proposte sono state sempre frenate dalla Ragioneria generale dello Stato per mancanza di coperture economiche. Ma proprio qui sta la novità. I 416 milioni di euro in cinque anni adesso ci sarebbero. A confermarlo è il presidente della Commissione bilancio, Francesco Boccia. «Le coperture le abbiamo trovate», spiega a Il Messaggero, «arriveranno dalla spending review». Ed in effetti per la Ragioneria potrebbe essere difficile dire no ad un’ipotesi del genere, considerando che la stessa staffetta generazione attuata tramite l’abolizione del trattenimento in servizio, inserita proprio nel decreto sulla pubblica amministrazione, è stata finanziata alzando gli obliettivi dei tagli di spesa affidati al commissario Carlo Cottarelli.
Sulla proposta, che avrà come prima firmataria Manuela Ghizzoni del Partito Democratico, ma che sarà sottoscritta da tutti i capigruppo della commissione bilancio, ci sarebbe già l’avallo del ministero del lavoro guidato da Giuliano Poletti. L’emendamento prevede che gli insegnanti e il resto del personale della scuola che avevano maturato i requisiti per il ritiro con le norme pre-fornero, possano ripresentare la domanda. L’Inps avrà soltanto quindici giorni di tempo per esaminarla e dare una risposta. Tutto questo servirà per fare in modo che questi docenti possano andare in pensione prima dell’avvio del nuovo anno scolastico. «Questo meccanismo», spiega il presidente della Commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano, che pure firmerà l’emendamento, «consentirà anche di assumere subito 4 mila nuovi insegnanti permettendo anche di centrare quell’obiettivo di svecchiamento della pubblica amministrazione che il governo si è dato».