“Condivido l’indignazione dell’Assessore regionale alle attività produttive e all’agricoltura Dario Cartabellotta per l’assurda decisione del Ministro della Pesca Mario Catania di ridurre la quota tonno della marineria siciliana, e marsalese in particolare, di ben 35 tonnellate rispetto alla cifra già comunicataci di 300 tonnellate.
E’ una vera e propria vergogna. Siamo orgogliosi finalmente di avere un governo regionale degno di questo nome; un esecutivo in grado di protestare a tutela della nostra marineria. Appare quanto mai sospetto che un Ministro tecnico che si è candidato alle scorse elezioni politiche proprio in Campania dove ha sede la più importante flotta che adotta la circuizione, subito dopo la tornata elettorale firmi un decreto che impingua la quota per la marineria campana di per se già estremamente cospicua e penalizzi, al contrario, ancor più la nostra flotta peschereccia dedita alla pesca del tonno con il sistema selettivo del palangaro, già in grave crisi”.
Questo il determinato e duro commento del Sindaco di Marsala subito dopo avere appreso dall’Assessore Cartabellotta della beffarda decisione presa dal Ministro della Pesca.
“Da parte nostra non staremo a guardare ed è per questo che ho già ribadito all’Assessore regionale Cartabellotta di intentare subito un’azione legale contro il Ministero della Pesca, un’azione che ci veda protagonisti alla Comunità Europea. Il modo di far politica del Ministro Catania non è quello di un tecnico serio e capace ma di un vecchio politico che ha agito in modo clientelare e in perfetta linea con la “Camarilla Campana”.
L’assessore Dario Cartabellotta, intanto, ha già diffuso una nota nella quale si legge:
“Il Ministro dell’Agricoltura e della Pesca continua a mortificare i pescatori di Sicilia e stavolta lo fa con le quote tonno. Nella bozza di decreto preparata ma non firmata prima delle elezioni la Sicilia aveva avuto assegnata la quota tonno (palangaro) di 300 tonnellate. Ciò sarebbe servito a compensare la perdita di quote verificatasi negli anni passati e che ha estremamente penalizzato i piccoli pescatori a vantaggio di una gestione di grandi imprese nel nome di una moderna concentrazione monopolistica. In quella firmata e comunicata oggi dal Direttore della pesca, per presa visione e senza confronto democratico in conferenza Stato-Regione, la Sicilia si vede attribuita una quota di soli 265 tonnellate contro le 1450 della Circuizione (ne erano state previste 1430) e le 40 della pesca sportiva.