L’emergenza rifiuti per Napoli, e per la quasi totalità della sua periferia, ormai è un lontano ricordo. I meriti sicuramente vanno attribuiti a quasi tutte le amministrazioni comunali, che si sono impegnate nella lotta al sacchetto selvaggio. Non bisogna dimenticare però, che l’impegno reale e costante è stato a carico della cittadinanza. Una raccolta differenziata svolta con estrema minuzia ed un attenzione alle condizioni igieniche del proprio paese, sono stati gli ingredienti fondamentali per risollevare la drammatica situazione, che attanagliava l’aria partenopea.
Non hanno fatto eccezione gli abitanti di Cercola, che con il loro operato hanno ridato lustro alle stesse strade, che un tempo, erano sommerse dai rifiuti. Nonostante gli sforzi compiuti da tutti i cittadini nell’essere quanto più meticolosi possibili nello svolgere la raccolta differenziata, da qualche giorno, inspiegabilmente, gli abitanti del Comune di Cercola hanno ricevuto delle tasse per la spazzatura esageratamente salate. La cosa più grave sta nel fatto che malgrado si trattasse di famiglie composte da un nucleo familiare ridotto, da case di modestissime dimensioni oppure da nuclei a monoreddito, o peggio ancora, a reddito zero, la cifra richiesta oscilla sempre fra i 400 e i 600 euro.
L’aumento è considerevole, ed ha deluso tutte le aspettative dei cercolesi, che per la loro precisa condotta, si aspettavano un trattamento diverso e di gran lunga migliore. Ed ora la rabbia esplode. In molti già parlano di voler rinunciare alla raccolta differenziata, di recarsi dal sindaco o da chi di dovere, per reclamare l’assurda ingiustizia. La responsabilità ora è una patata bollente, che passerà per numerose mani. Il colpo effettivamente potrebbe essere frutto della nuova TARES, introdotta dal governo Renzi, ma potrebbe tuttavia derivare dall’incapacità comunale di farne abbassare le aliquote. E in questo balletto istituzionale, saranno i cittadini, come al solito, a farne le spese …. <<Ed io pago!!>>