Rabbit Hole: La recensione

Creato il 12 febbraio 2011 da Kurtelling

Sembra ieri quando è iniziata la pre-produzione di questo film, ed invece oggi posso scrivere su queste righe la recensione dopo averlo visto al cinema.
Tutto ciò che ho letto fino ad oggi nelle recensioni mi è sembrato tutto veritiero, il film era proprio come sembrava. Innanzitutto si nota da subito che deriva da una rappresentazione teatrale, ed il lavoro dello sceneggiatore è stato davvero ottimo, è riuscito a sintetizzare il tutto ed a mostrare quello che sono i protagonisti della storia, nella loro indole nel loro carattere in quel poco tempo a disposizione. Sì, perchè prima di tutto Rabbit Hole è un film piccolo, intimistico, minimalista e chi ha visto i precedenti lavori di Mitchell rimane stupito, quasi da non riconoscere il suo stile, colorato, a volte chiassoso. Pur essendo piccolo però, come ovvio, il film è grande, nasconde questa seconda faccia che lo spettatore deve scoprire, così come il personaggio di Rebecca. Nicole ha sempre avuto dei ruoli in cui i personaggi hanno un doppio aspetto, basta pensare alla Grace di The Others, alla Susan Stone di Da morire, o alla Margot di Il matrimonio di mia sorella. Resta il fatto però che questo personaggio è del tutto nuovo, e le sfumature espressive, i passaggi d'umore e le esternazioni che lei riesce a realizzare, sono davvero stupefacenti, non posso più meravigliarmi dei giudizi della critica, questa Nicole che abbandona l'immagine glamourus, rimane a nudo davanti la macchina da presa e l'unica cosa che vediamo di lei è il dolore.
Sicuramente viene subito da pensare che il tema del lutto per un figlio scomparso sia qualcosa di già visto, ma il film in questione è del tutto originale, se pur riadattato da la piece di Lindsay-Abaire, elabora l'argomento in un modo del tutto nuovo, senza strappare le lacrime dagli occhi dello spettatore, con quel pò di freddezza che serve, con quel giusto cinismo, con quella verità, riesce a ritagliare un pezzo di vita vera. Da notare le scene con le battute di Rebecca, ma in particolare le mie preferite sono la scena del Bowling e quella del supermercato. Infine da applausi tutto il cast, la Wiest su tutti e Eckhart che riesce da essere un buon supporto e si dimostra capace in più scene. Rabbit hole può essere paragonato ad un piccolo dipinto ad olio, su una piccola tela, come i dipinti impressionisti, di sicuro non ha la maestosità di un'immensa tela di un dipinto fastoso del periodo barocco, ma nelle sue dimensioni riesce ad emozionare, forse di più.

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