Si tratta di una buona notizia e ci auguriamo che l’esperimento abbia successo. C’è solo un piccolo ma. Milano si vanta di essere una delle città europee con la più alta raccolta di carta. Se però date un’occhiata alla nostra tabella dei pesi qui accanto, noterete come a colpo d’occhio la voce più “pesante” sia quella dell’umido. Certo, non mi riferisco solo al peso reale ma all’ingombro complessivo.
E Milano, cosa fa per ridurre l’indifferenziato sul fronte umido?
Sempre nello stesso articolo del Corriere, scopriamo che sta per essere esteso un progetto di differenziazione dedicato a questo tipo di rifiuti. Ora, sarebbe in primo luogo utile ricordare che la raccolta dell’umido in questa città ha una sua storia un po’ sofferta. Avviata nel 1999 (sì…undici anni fa!!) fu sospesa nel 2001. Pare che il problema principale, oltre ai costi, fosse la scarsa qualità dei rifiuti che ne impediva il riciclo e l’utilizzo per il compost, come dichiarò lo stesso presidente dell’Amsa che due anni dopo si faceva i complimenti da solo per la bontà della scelta.
Da allora è stato un susseguirsi di sperimentazioni e promesse di future sperimentazioni continuamente fermate per un motivo o per l’altro.
Torniamo a oggi per dire che la raccolta ripartirà, ovviamente sempre in modalità sperimentale, in alcune zone della città. E qui veniamo al secondo punto dell’articolo del corriere che mi ha fatto alzare un sopracciglio:
«La percentuale media della raccolta dell’umido in Europa si aggira intorno al 25 per cento — attacca il presidente dell’Amsa, Paolo Galimberti —. Ma nelle città a più forte tendenza cosmopolita si arriva intorno al 60 per cento. A Milano mancano questi dati. Per questo partiremo con una nuova sperimentazione dove la presenza degli stranieri è più forte»
Mi perdoni signor Galimberti, ma non mi è chiaro il punto. Sono sicura che non sta sostenendo che gli stranieri in quanto tali tendono ad avere comportamenti meno civili dei milanesi. Dato che una delle maggiori cause di fallimento dei progetti di raccolta differenziata è la mancanza di cooperazione dei cittadini, qualcuno potrebbe pensare che lei stia espriemendo un preciso giudizio sugli stranieri che risiedono a Milano.
Non mi sembra che un progetto utile e ambizioso come il ripristino della raccolta dell’umido possa partire bene se non basandosi sul coinvolgimento e la responsabilizzazione dell’intera cittadinanza. E se il progetto dovesse andar male, la responsabilità verrà distribuita in modo omogeneo o con delle precise classifiche per nazionalità?
In effetti sarei curiosa di sapere chi, nella coppia di vicini turco-svedese, trascura i suoi doveri…