A due anni di distanza dal debutto su Xbox Live Arcade, il puzzle platform di Polytron arriva anche sulle console Sony
Quando il quadrato protagonista di Flatlandia sogna un mondo tridimensionale, in cui ogni forma ha un suo spessore, e in cui non ci sono triangoli e cerchi, ma sfere, cubi e piramidi, viene praticamente travolto dalla meraviglia.
In Fez, quella stessa sensazione di incredulità la prova il giocatore attraverso gli occhi del piccolo Gomez, una creatura bidimensionale a cui viene rivelato che il mondo in cui vive è in realtà composto da tre dimensioni. Un giro di telecamera e boom! Quello che sembra un semplice platform 2D si trasforma in una potente miscela di esplorazione e puzzle. A due anni dal debutto su Xbox Live Arcade, e dopo aver visto un porting per PC, il gioco di Polytron Corporation trova sulle console Sony una nuova casa, permettendo ai possessori di PlayStation 3, PlayStation 4 e Vita di apprezzare quello che, per un motivo o per un altro, è stato uno dei giochi-simbolo della recente scena indie.
Fezzes are cool
Sarà che dall'annuncio all'uscita passarono ben cinque anni, ma già al lancio della versione per Xbox 360 le meccaniche di Fez erano già state esplorate in altre produzioni più o meno note. La necessità di ruotare la visuale del mondo di novanta gradi per scoprire nuovi percorsi e risolvere enigmi attraverso ingegnosi giochi di prospettiva era un'idea vista prima in titoli come Super Paper Mario, Echochrome e il meno noto Crush. A differenza di tutti gli sviluppatori arrivati prima, però, il team di Phil Fish era riuscito a prendere quel concept e costruirci attorno un mondo coeso e coerente, dove la meccanica 2D-3D non riguardava sporadici enigmi o specifiche sezioni, ma qualsiasi oggetto, edificio e personaggio all'interno di ogni ambientazione. Alla ricerca dei frammenti di cubi di materia e antimateria, di artefatti, chiavi, forzieri e mappe del tesoro, ogni scenario gira e rigira come fosse un cubo di Rubik nelle mani del giocatore.
Piattaforme e piante rampicanti, se viste dalla giusta prospettiva, possono combinarsi e creare un'alta parete da scalare; una bomba fatta esplodere su un piano può essere allineata a una porta che un attimo prima era su un piano ben lontano, facendola saltare in aria e creando un nuovo passaggio. Ma anche il semplice piacere di entrare in una casetta e scoprire, ruotando man mano la telecamera, i piccoli indizi o i semplici abbellimenti che si nascondono su ciascuna delle quattro pareti. Non ci sono nemici né combattimenti, ma il motivo per cui Fez ha innamorato così tante persone nell'ultimo paio d'anni è tutto da ricercare nella quantità di segreti, di eventi e di cose da scoprire alla buona vecchia maniera, spremendosi le meningi e collaborando con altri giocatori. In certi casi bisognerà tenere occhi e orecchie aperte, in altri sarà fondamentale trovarsi nel posto giusto al momento giusto, fino addirittura a dover utilizzare la rete per tradurre un codice Morse o uno smartphone per decifrare un QR Code.
Fez - Trailer di lancio per le versioni PlayStation
Dimensioni portatili
Dal momento che il gioco è rimasto assolutamente identico all'originale da un punto di vista di contenuti, per completezza vi rimandiamo alla nostra vecchia recensione, focalizzandoci qui sulle poche novità di questo porting. Il supporto al cross-buy permette di avere il gioco su tutte e tre le console Sony in un colpo solo, ma i 1080p rendono la versione per PlayStation 4 quella esteticamente più gradevole e definita, nonostante possa sembrare una differenza di poco conto in un titolo cubettoso come Fez. Le altre aggiunte sono assolutamente accessorie, come la possibilità di interagire con la mappa premendo e sfiorando il touch pad, oppure il modo in cui la barra luminosa del DualShock 4 assume il colore dominante del livello, un ghirigoro estetico apprezzabile solo e soltanto se si gioca al buio.
Prevedibilmente la novità più interessante è la possibilità di giocare il puzzle platform di Polytron in totale mobilità, rafforzata anche da uno slot di salvataggio aggiuntivo per il cross-save. L'essere un'enorme scatola di piccole sfide e il non avere né una narrazione da seguire né lunghe sequenze da intraprendere sono tutti elementi che rendono Fez un'esperienza assolutamente perfetta per sessioni brevi. Con Spelunky, gli spagnoli di BlitWorks avevano già dimostrato di saper sfruttare lo schermo OLED di PlayStation Vita per valorizzare ancora di più la grafica di un porting, e l'avventura del piccolo Gomez non fa eccezione. È un peccato che i due team di sviluppo non abbiano approfittato dell'occasione per rimettere mano ad alcuni degli aspetti meno riusciti dell'originale, a partire dalla mappa del mondo di gioco. Sebbene l'utilizzo del touch screen e del touch pad posteriore contribuiscano a velocizzarne la navigazione, la disposizione dei livelli e il modo in cui questa viene rappresentata fanno sì che si perda una quantità spropositata di tempo prima di capire dove bisogna andare. Proprio come la versione PC, inoltre, su PlayStation Vita si è dovuto rimediare a quei (per fortuna rari) enigmi in cui si ricevono indizi attraverso la vibrazione del controller: rimpiazzarli con indizi audio è una soluzione forse più sottile e sul momento meno facile da interpretare, ma che per fortuna trae pienamente vantaggio dai due speaker della console. Fermo restando che la soluzione migliore resta l'utilizzo di un bel paio di cuffie, con le quali apprezzare appieno anche l'ottima colonna sonora di Disasterpeace, miscela esplosiva di ambient e chiptune che se da un lato si sposa perfettamente con la pixel art del gioco, dall'altro offre un'esperienza quasi zen.
Pro
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Versione portatile perfetta per piccole sessioni
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Supporto al cross-buy e cross-save
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Touch pad e touch screen facilitano la navigazione della mappa...
Contro
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...che però resta ancora troppo confusionaria