È una storia tenera e delicata quella che vi stiamo per raccontare, una favola multicolor che comincia con un mistero: la scomparsa dell’arcobaleno.
Un giorno di mille anni fa, l’arcobaleno scomparve.
Quell’arco tutto bianco se ne era stato in cielo da sempre e ora non c’era più.
La prima ad accorgersene fu Ines, la moglie di Loris, il taglialegna.
Le scorte di cibo si erano esaurite e lei era uscita presto di casa. Doveva rifornirsi di monete dalla pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno prima di entrare nel bazar sotto casa.
Ma la pentola non c’era più, perchè non c’era più l’arcobaleno.
Ines si guardò intorno senza sapere cosa fare. In quel momento si ricordò del bambino indaco.
L’aveva conosciuto il mese prima. Si chiamava Mario e si vantava di parlare con gli angeli. Lei non ne era convinta, ma lui sembrava così sicuro di sé.
Mario aveva dieci anni e un carattere ribelle. Era un ragazzino speciale e i grandi non lo capivano. Per loro, lui era solo un monello senza freni. Diceva di vedere gli angeli, ma nessuno gli credeva. Tranne Ines. Che era disperata perché qualcuno aveva rubato l’arcobaleno, e non c’era più la pentola con le monete d’oro e la sua cucina era vuota.
Ines si mise in cammino per cercare il bambino indaco.
Lo trovò seduto sotto un faggio, chino su un testo di giardinaggio scritto in latino da chissà chi. Non perse tempo, Ines. Raccontò tutto e gli chiese aiuto. Mario chiamò i suoi amici angeli: Rosario, Teo, Doro, Elio, Celeste, Gaio.
Espose il problema e gli angeli partirono. Ognuno di loro si caricò le braccia di un colore.
Rosario rubò il rosso del fuoco.
Teo, l’arancio della terra.
Doro, il giallo del grano.
Elio, il verde dei prati.
Celeste scelse l’azzurro del mare e Gaio il viola dei fiori di lavanda.
Ma l’arcobaleno è bianco, disse Ines al loro ritorno.
Faremo di meglio, rispose Mario e lanciò i colori nel cielo e i colori formarono un arco e Ines sorrise. Perché in fondo all’arcobaleno era tornata la pentola d’oro. E gli angeli sorrisero e raggiunsero l’arcobaleno e ognuno entrò nel suo colore.
“Vieni anche tu “gridarono a Mario “ C’è posto”
E l’azzurro e il viola gli fecero spazio.
E il bambino indaco trovò le sue ali e li raggiunse. E’ ancora là, e guarda il mondo dall’alto. E sorride. Felice.
Il bambino indaco e i colori dell'arcobaleno
di Marta Bardi