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Radicali, la Polizia sequestra 56 piantine di marijuana in casa della segretaria nazionale Bernardini

Creato il 15 maggio 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Brutta sorpresa questa mattina per la segretaria nazionale dei Radicali, Rita Bernardini, che si è ritrovata alla porta gli uomini della squadra mobile di Roma. Proprio due giorni fa aveva dichiarato di coltivare 56 piantine di marijuana sul suo balcone, di essersi anche autodenunciata senza che “nessuno se la filasse”. “Sembra che i radicali abbiamo la licenza per coltivare – sottolineava – fanno finta di nulla perché in Italia di cannabis e legalizzazione non si può e deve parlare”.

Rita Bernardini, segretaria nazionale dei Radicali, a Montecitorio per un sit-in di disobbedienza civile per la legalizzazione della marijuana (lettera43.it)

Rita Bernardini, segretaria nazionale dei Radicali, a Montecitorio per un sit-in di disobbedienza civile per la legalizzazione della marijuana (lettera43.it)

Sequestrate 56 piantine di marijuana sul balcone di Rita Bernardini, segretaria nazionale dei Radicali. Qualcuno deve aver storto il naso e oggi la polizia si è presentata a casa Bernardini con un mandato di perquisizione. Sul suo balcone sono state trovato 56 piantine e la radicale dal “pollice verde” è stata indagata per divieto di coltivazione di piante di marijuana. (art. 73 d.p.r. 309/90). “Mi meraviglio che nei miei confronti non si sia proceduto all’arresto, come accade ogni giorno in tutta Italia a tantissimi “incolpevoli che preferiscono coltivarsi la marijuana per non rifornirsi al mercato criminale che si arricchisce grazie al proibizionismo”, ha scritto su Facebook.

Un altro atto di disobbedienza civile da parte dei Radicali. Si tratta dell’ennesima provocazione nella quarantennale lotta dei Radicali per la legalizzazione della cannabis, che è più volte sfociata in manifestazioni definite di “disobbedienza civile”. “La relazione annuale della Direzione nazionale antimafia che si è espressa chiarissimamente per la depenalizzazione della cannabis? In ogni caso, il mio impegno è quello di continuare a disobbedire fino alla legalizzazione completa dei derivati della cannabis. Questa ‘coltivazione’ – oggi sequestrata – era destinata, come le precedenti tre (oggetto di altrettante disobbedienze civili), ai malati di gravi patologie che, nonostante la legge lo consenta, non riescono ad avere accesso alla cannabis per curare e attenuare le sofferenze provocate dalla loro malattia”, continua la Bernardini. ”Come Radicali – dice ancora Bernardini – abbiamo voluto corrispondere all’impegno e alla lotta condotta dal leader antiproibizionista Andrea Trisciuoglio, segretario dell’Associazione LapianTiamo di Racale. Andrea, affetto da sclerosi multipla è fra i 60 italiani fortunati che hanno la disponibilità del farmaco Bedrocan tramite la ASL, ma non vuole essere un privilegiato e perciò lotta per tutti gli altri. Aggiungo che questa mattina nel corso dell’operazione di polizia presso la mia abitazione ho reso dichiarazioni spontanee per specificare le finalità della mia coltivazione e per chiamare in correità il leader radicale Marco Pannella e l’ex presidente di Radicali italiani Laura Arconti, attuale membro della direzione del movimento”, conclude. (ADNKRONOS)


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