Radiocronaca di una crisi - Antonio Preziosi

Creato il 16 ottobre 2013 da Harimag

Qual è il ruolo giocato dall’informazione negli ultimi anni? Come deve operare il giornalista professionista oggi? Sono queste le domande da cui parte Antonio Preziosi, Direttore del Giornale Radio Rai e della rete radiofonica nazionale Rai Radio1, per comprendere il peso dei media in campo economico.

In qualità di giornalista parlamentare, inviato e direttore ad interim (da aprile 2010 a settembre 2011) del Gr Parlamento, la rete di informazione parlamentare di Radio Rai, ha raccontato per più di un decennio l'attività della presidenza del Consiglio dei ministri. Ha inoltre seguito i principali avvenimenti di politica estera ed internazionale (G7-G8, Consigli europei, bilaterali con i principali leader europei e mondiali), ed è stato nominato nel dicembre 2011 consultore del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali da Benedetto XVI e nel dicembre 2012 Commendatore della Repubblica Italiana.

Nel suo libro Radiocronaca di una crisi, che presenterà al Museo Diocesano di Catania sabato 19 Ottobre 2013 alle ore 18.30, Antonio Preziosi racconterà i vizi e le virtù di una professione che si propone di raccontare i fatti in modo chiaro e completo, e in grado di condizionare i comportamenti sociali; e lo farà dialogando con il nostro docente di Storia della Moda Nino Graziano Luca, conduttore di Rai Radio 1.

“Se l’occhio di bue dell’informazione non avesse illuminato la crisi e non l’avesse spiegata ad ogni cittadino, questa sarebbe finita nell’oblio e sarebbe diventata ancora più drammatica e pericolosa” recitano le note in quarta di copertina, descrivendo l’informazione come “uno strumento di alfabetizzazione capace di rendere consapevoli i cittadini e i loro comportamenti”.

Radiocronaca di una crisi si propone pertanto come l'opportunità di offrire al lettore una “cassetta degli attrezzi” utile a comprendere in che modo incidere sulla realtà al fine di superare la crisi finanziaria, sviluppando un’analisi che supera i confini nazionali e le barriere ideologiche per andare incontro ad una nuova Europa: riorganizzazione della politica, della pubblica amministrazione, del bilancio dello Stato, delle attività produttive pubbliche e private e soprattutto di un sistema di welfare “europeo” che non viva l’interesse nazionale come un limite.


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