Radiofreccia, raro esempio di film italiano di ambiente radiofonico con l'ambizione di rievocare gli anni '70.

Creato il 15 agosto 2014 da Rstp

Radiofreccia è un film del 1998 diretto da Luciano Ligabue, all'esordio nella regia, e prodotto da Domenico Procacci.

L'opera, ispirata ad alcuni racconti presenti nel primo libro pubblicato da Ligabue, la raccolta Fuori e dentro il borgo, ottiene un successo inaspettato: il film, infatti, riceve ben tre David di Donatello, due Nastri d'argento e quattro Ciak d'oro.

A inizio 2006, ottiene un importante riconoscimento internazionale: la pellicola viene proiettata negli Stati Uniti al MoMA, il Museo d'Arte Moderna di New York.

« Io credo che fare il regista sia una cosa molto lontana dalla mia natura. La musica è un'esperienza più immediata. Il cinema ha a che fare con i filtri, con la progettazione, e quelli non sono i miei modi. Però ho sentito che era un'offerta che non potevo rifiutare. Volevo raccontare una storia, volevo immortalare un mondo e ricordare i miei quindici anni, e quello era il modo migliore di farlo. »

(Luciano Ligabue)

È la notte del 20 giugno 1993: Bruno Iori, il deejay di Radiofreccia, all'alba del diciottesimo anniversario della fondazione della stessa, decide di chiuderla. Prima di farlo rievoca gli anni passati, partendo proprio dagli episodi che portarono alla creazione di quella che un tempo era Radio Raptus. Il lungo flashback parte dal 1975, in una piccola città del reggiano, mai esplicitamente nominata, anche se alcuni elementi visivi la identificano con Correggio, il borgo di Ligabue.

Il periodo è caratterizzato dalla fondazione di molte radio libere e così anche Bruno, ragazzo affascinato dalla musica, fonda la propria radio, chiamata Raptus. Aiutato dai suoi amici Iena, Tito, Boris, e soprattutto Freccia, Bruno vedrà crescere sempre di più la sua radio, che però perderà la connotazione di libertà per diventare sempre più una realtà commerciale.

La vita dei suoi amici, tra scherzi, scampagnate, serate al bar di Adolfo e vicissitudini familiari, non sarà semplice. Tito tenterà di uccidere il padre che abusava della sorella, mentre Iena sposerà una donna che lo tradirà con Boris il giorno stesso delle nozze, durante il ricevimento. La sorte peggiore toccherà però a Freccia, che cadrà nella tossicodipendenza a causa della sua relazione con una ragazza eroinomane.

La sua dipendenza gli farà perdere il lavoro e gli procurerà diverse frizioni con i suoi amici, ed in particolar modo con Bruno, e gli causerà molti guai con la giustizia. L'amore di Marzia lo farà riprendere, ma la delusione d'amore con Cristina, la cugina della moglie di Iena lo farà ripiombare fatalmente nella droga. Dopo la sua morte, Radio Raptus verrà ribattezzata, in suo onore, Radiofreccia.

Interpreti e personaggi

   Stefano Accorsi: Freccia
   Luciano Federico: Bruno
   Cosima Coccheri: Ragazza eroinomane
   Paolo Cremonini: Omero
   Fulvio Farnetti: Virus
   Ottorino Ferrari: Pluto
   Serena Grandi: Madre di Freccia
   Francesco Guccini: Adolfo
   Manuel Maggioli: Bonanza
   Alessio Modica: Iena
   Antonella Tambakiotis: Nadia
   Cristina Moglia: Cristina
   Patrizia Piccinini: Marzia
   Enrico Salimbeni: Tito
   Paolo Maria Scalondro: Carlo
   Davide Tavernelli: Kingo
   Roberto Zibetti: Boris


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