Come sarebbe stata una cena frettolosa di Gesù se fosse avvenuta in un sobborgo di New York e nel XXI secolo? Pane e vino sarebbero davvero stati gli elementi principi del banchetto, divenuti poi il corpo e il sangue del Salvatore? Deve essersi posto questi interrogativi l’artista spagnolo Rafael Andrés, 42 anni e di Barcellona, quando ha dato forma alle sue idee irriverenti, trasformando veri capolavori dell’arte mondiale e adattandoli alla sbeffeggiante iconografia dell’era contemporanea.
Andrés, che firma la reinterpretazione delle opere con lo pseudonimo The Raf, assicura che il suo obiettivo è l’umorismo e non l’offesa, pur essendo consapevole che la sua produzione possa non piacere a tutti, allo stesso modo in cui, come afferma in un’intervista per El Mundo, “io non sopporto Chiquito de la Calzada al contrario di molti altri”.
La mostra, in corso in questi giorni nella Galleria Eat Me di Bangkok, sta riscuotendo un grande successo di pubblico. Accade così che nel Paese dall’altissimo livello di sfruttamento sessuale, e dalle paradossali e rigide leggi sul costume, ci sia spazio per un’esposizione dal forte contenuto dissacratorio e che le produzioni di The Raf siano già state vendute in gran numero. Si tratta, come spiega l’artista, di rielaborazioni grafiche digitali con cui cerca di criticare il contesto in cui furono create le opere. Questa tecnica ha consentito di lasciare inalterata la struttura dei quadri, conservando al contempo il valore trasgressivo delle stesse, a cui è andata aggiungendosi la spietata ironia dell’artista. Del resto nella descrizione che presenta l’esposizione leggiamo che le parodie acute di The Raf sono piene di dissidenza politico sociale verso una società incapace di separare mito e realtà.
Oltre alla Cena di Tiziano troviamo una Gioconda sfigurata dopo un ipotetico combattimento con Mike Tyson, o Las Meninas di Velazquéz sommerse dall’acqua sino alla cintura. Tra le opere più discusse (in fondo all’articolo è presente una Gallery) indubbiamente c’è il Cristo in Croce dello stesso Velazquéz, dove il Messia viene presentato con tanto di seno al punto da diventare La Jesusilla. È infatti prerogativa dell’autore, che si definisce un Arterrorista, cambiare il titolo alle opere, in un’operazione volta alla decontestualizzazione delle tradizionali figure religiose.
Il dibattito sull’opportunità di scandalizzare, da parte dell’arte, è tutt’ora aperto e del resto non potrebbe essere che così. Da sempre la creatività umana ha prodotto opere al limite del buon gusto comunemente accettato, basti pensare alla Donna Barbuta del Ribera che ancora oggi suscita scalpore.
Come sempre però, arte vuol dire anche o soprattutto stimolare la riflessione, e da questo punto di vista, ben venga dunque la Cryptoart di Rafael Andrés.
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[Articolo originariamente postato per fanpage.it]