Raffaele Cantone e i poteri sull’Expo che non arrivano

Creato il 21 maggio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Non ho intenzione né voglia di fare gite milanesi”. Risuonano sicuramente molto forti le parole pronunciate in questi giorni dal Presidente dell’Autorità Anticorruzione (ANAC) Raffaele Cantone, chiamato dal premier Matteo Renzi a guidare la task force che dovrà controllare le procedure e gli appalti di Expo, investito dallo scandalo degli appalti truccati. Il magistrato è stato quasi eretto allo status di “salvatore della Patria”ma, come spesso accade, tra il dire e il fare c’è un vero e proprio abisso; lo sfogo di Cantone, che ha anche dichiarato che “allo stato  attuale non c’è possibilità che l’Autorità possa occuparsi delle vicende dell’Expo”,  risuonano come un vero e proprio grido d’allarme. Il problema di cui si lamenta l’uomo destinato a “salvare il salvabile” nella vicenda Expo,  infatti, lamenta una impossibilità di agire in quanto senza una legge, di fatto, egli non ha nessun potere a riguardo.

Ad onor del vero le proposte ci sono state: il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha suggerito a Matteo Renzi di estendere a Cantone i poteri previsti negli articoli 118 e 118 bis del codice penale riservati al ministro degli Interni e al presidente del Consiglio, che consentono l’accesso riservato e diretto, per motivi di sicurezza nazionale e per evitare infiltrazioni mafiose, agli atti delle inchieste della magistratura. In questo caso il «decreto» suggerito da Maroni riguarderebbe solo le inchieste su Expo con un limite temporale invalicabile: il 30 aprile 2015. La proposta, tuttavia ha subito incontrato la censura del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, convinto che non sia possibile andare oltre la magistratura ed il potere giudiziario con un semplice decreto; siamo alle solite dunque: il tempo scorre inesorabile e l’Expo è ormai sempre più vicino ma la Presidenza del Consiglio non ha ancora realmente dato l’impressione di voler dare quella necessaria spallata alla criminalità organizzata infiltrata negli appalti che tutti si aspettano; ciò che è vero è che Cantone attualmente non ha nessun potere e dunque la sua carica e la sua designazione risultano tuttora inutili; quello che adesso realmenteserve è che il magistrato sia messo in grado di adempiere a questo delicato ruolo per cui è stato scelto.

Lo stesso Commissario unico per Expo 2015, Sala, ha più volte sollecitato il Governo a compiere una scelta rapida così da mettere Cantone nelle condizioni di poter lavorare ma sembra che Renzi per ora sia troppo impegnato nella campagna elettorale per le imminenti elezioni europee di domenica 25 maggio. Indiscrezioni provenienti dai corridoi di Montecitorio affermano che il tutto è stato rimandato a quando la campagna elettorale e il voto si saranno conclusi.

Ciò che è certo è che il Bel Paese non ha fatto di certo una bella figura davanti al mondo con questa vergognosa vicenda dell’Expo ma adesso è arrivato il momento per il Premier di dar seguito alle sue parole, pronunciate quando, con grande ottimismo, sosteneva: “In un Paese civile si fermano i ladri, non si fermano i lavori. E l’Expo diventerà il volto degli italiani perbene perché non si lascia il Paese ai ladri; tutto ciò che sarà necessario fare, lo faremo”.

E’ davvero il momento di farlo; questa volta non “ce  lo chiede l’Europa” ma la nostra coscienza.

Ne va della nostra stessa credibilità.

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