In questi giorni ha lasciato la magistratura (per effetto dei nuovi limiti d'età introdotti dalla legge Madia), a settantaquattro anni d'età e quarantacinque di servizio, il procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, noto per le sue inchieste in materia ambientale, di lavoro, a tutela del consumatore, dal lontano processo per le schedature politiche e sindacali alla Fiat, al rogo della Thyssen, ai morti per amianto causate dall'Eternit, al doping nel calcio (in tutto si calcola che abbia aperto ben trentamila fascicoli). Il suo addio è stato condito anche da un po' d'amarezza: in un'intervista a Repubblica (qui), ha parlato di mancanza di entusiasmo tra i magistrati, del loro lavoro vanificato a causa delle intervenute prescrizioni. Ma Guariniello, sempre nell'intervista, ha affermato che non ha alcuna intenzione di mettersi a riposo, essendo pronto per un'altra avventura professionale. Nella sua carriera, Guariniello ha avuto la capacità, criticata da molti, di incardinare a Torino inchieste di rilevanza nazionale, come sul recente caso Volkswagen, ma di lui resterà l'immagine di un magistrato infaticabile e indipendente da ogni consorteria: come direbbero gli spagnoli, un vero "hombre vetical".
Gaetano Toro