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Raffaele lombardo accusato di concorso esterno in associazione mafiosa . l’uomo che va d’accordo con tutti e con nessuno

Creato il 06 aprile 2010 da Madyur

Dopo Totò Cuffaro anche Raffaele Lombardo entra nel concorso esterno nella mafia, telefonate ambigue , relazioni pericolose , amicizie fatali. Proprio lui che non voleva stringere la mano a nessuno , che non era come Totò che si mischiava in tutti i battesimi e prime comunioni in ogni paese e in ogni borgata della città.

Raffaele Lombardo presidente della Sicilia

Lui era il gelido, con la fama di manie e di fobie. ra la sua forza in una Sicilia che cambia ma che non cambia mai. si sentiva forte Lombardo , l’incontrastato signore dell’Isola. anche protetto nella sua Catania , ridotta ad un feudo ,dove controllava pure l’aria che si respira. Da Catania però è arrivato un brutto colpo : le accuse d’intrattenere rapporti con gli eredi dei Santapaola , i peggiori mafiosi visti in Sicilia.

Moralizzatore a Palermo e invasore di ogni palazzo di potere a Catania , tagliatore di teste nelle province regno di Cuffaro e procacciatore di poltrone dall’altra parte dell’Isola, dichiarazioni di guerra ai baroni della Sanità ad Agrigento e dichiarazioni di pace con quelli di Caltagirone e Piazza Armerina.

Lombardo in due anni di comando alla Regione è sempre stato un Dr Jekyll e Mr Hyde. mese dopo mese ha cancellato le influenze di Cuffaro e a presentarsi alla ribalta politica come l’innovatore , il moderno, l’incorruttibile, l’efficiente , quello che non scende a patti con nessuno. Ha riempito la sua giunta di magistrati , ha chiamato a sé imprenditori di nome, si è circondato di facce pulite per continuare a fare quello che faceva il suo predecessore.

Cuffaro sempre più democristiano, lui più sempre leghista del Sud. Infervorato per l’autonomismo e sempre a parlare di federalismo. Intanto ha raccattato tutti i cuffariani che poteva. Abile prestigiatore e giocoliere, manda ultimatum al Pdl e lancia ami al Pd. Si allea con la Destra ( in Sardegna) e si trova in sintonia con Vendola e Loiero. Sta con tutti e con nessuno. Solo con se stesso si trova bene.

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Il suo nome è circolato mesi fa su un vecchio caso di mafia , solo sette righe per parlare di archiviazione. L’architetto della mafia , GIuseppe Liga , chiedeva udienza a Lombardo. Chissà cosa si sono detti Lombardo e Liga? Ma l’architetto è solo uno dei tanti uomini che entrano nella sua stanza , uomini senza passato e uomini con una storia.

L’ex sindaco di Castelvetrano era frequentatore della Regione. Tonino Vaccarino è stato arrestato per mafia ( assolto) e traffico di stupefacenti ( condannato) che aveva un contatto epistolare con il boss Messina Denaro.

Intanto Il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo ribadisce in una nota la sua volontà di essere sentito dai magistrati della Procura della Repubblica di Catania, se possibile "immediatamente dopo Pasqua" in merito all'inchiesta in cui sarebbe indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Lombardo, che aveva aveva già chiesto di essere ascoltato dagli inquirenti lo scorso 29 marzo, sottolinea l'esigenza di incontrare i pm perché' continua lo "stillicidio quotidiano di propalazioni e presunte rivelazioni, assurde e infondate, nell'ormai scoperto tentativo di mettere a dura prova la solidità del Governo e della legislatura regionale”

madyur

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COMMENTI (1)

Da avvocati coraggiosi
Inviato il 20 febbraio a 19:22
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IL PRESIDENTE LOMBARDO E IL PRINCIPIO DI LEGALITA' L’On. Raffaele Lombardo è al governo nonostante le trascorse vicende giudiziarie, le attuali accuse di mafia, l'autofinanziamento dell'azienda agricola, la costruzione abusiva di una villa sulla spiaggia di Ispica. Il 31.7. 2010 nella richiesta d’arresto nei confronti dei 50 indagati i pm, Gennaro, Fanara, Santonocito e Boscarino, hanno scritto che sarebbe provata in punto di fatto, l’esistenza di risalenti “rapporti diretti e indiretti degli esponenti di Cosa Nostra della provincia di Catania con Raffaele Lombardo e con Angelo Lombardo”. Il rapporto sarebbe “non occasionale né marginale” aggiungono i magistrati “ma cospicuo, diretto e continuativo grazie al quale l’uomo politico poteva avvalersi del costante e consistente appoggio elettorale della criminalità organizzata di stampo mafioso a lui vicina”. Eppure c'è ancora chi lo appoggia politicamente, consentendogli di amministrare nell'interesse della collettività, per il bene comune