Raffaele Papa: Ospedale di Praia, ora i Sindaci non hanno più scuse

Creato il 25 maggio 2014 da Ecodibasilicata

Ecco quanto ha dichiarato il consigliere comunale di Tortora nonchè esponente del movimento “Italia del Meridione” Raffaele Papa: “Siamo contenti e salutiamo con favore la sentenza del Consiglio di Stato che, in estrema sintesi, ha stabilito ciò che da subito e sempre, molti di noi hanno proclamato con forza: l’Ospedale di Praia non si tocca.

Forse mai slogan è stato così azzeccato, sapevamo di avere ragione, lo sapevano tutti, ne erano ben a conoscenza anche coloro che con irragionevole caparbietà e bieca ostinazione ne hanno voluto la chiusura.

Però, che strana società è la nostra dove una sentenza ha più valore e potere della vita umana, di più vite umane che nel rincorrere la speranza di un estremo aiuto hanno trovato morte anziché assistenza.

Il Consiglio di Stato riapre l’ospedale e se da una parte segna senza appello il fallimento della politica locale e regionale, dall’altra toglie ogni scusa ai Sindaci che, tranne qualche eccezione, sono stati spesso distanti e disimpegnati dal promuovere con forza e convinzione azioni a difesa del presidio ed a tutela della salute dei cittadini.

Nei fatti l’azzeramento dell’assistenza sul territorio l’ha realizzata il commissario per la sanità con la compiacenza delle forze politiche che l’hanno sostenuto in questa scellerata volontà, ma è stata determinata anche dai tanti atteggiamenti indifferenti e superficiali di coloro che molto potevano fare e poco o nulla hanno fatto, non solo per evitarla ma anche per ridurre un impatto per tanti fatale, diversi sono stati i sacrifici umani ma nessuno si è incatenato, né stracciato le vesti, né tanto meno la fascia.

Ricordiamo a tutti, i comitati ed associazioni nati non per passatempo ma per colmare l’assenza delle istituzioni ad ogni livello, Sindaci compresi, che quasi mai hanno sostenuto le iniziative promosse.
Ricordiamo che, nessuno ha mosso un dito per evitare l’indebito svuotamento di uomini e mezzi del presidio, sale operatorie, spazi, locali, stanze.
Ricordiamo che, non ci sono stati ne interviste ne gesti clamorosi di alcuno ai ripetuti eventi tragici che hanno interessato l’intera zona.
Ricordiamo che, nessun Comune si è preso la briga di monitorare ritardi, mancanze ed omissioni della sanità del comprensorio in seguito alla scarsa attenzione dei massimi dirigenti e politici.
Ricordiamo che, nessuno ha voluto inimicarsi il potente di turno, tutti a fare i diplomatici e ad alzare le spalle nel sostenere che nulla si poteva.
Ricordiamo ancora, coloro che hanno svenduto il territorio per un piatto di lenticchie e per qualche misero finanziamento.
Ricordiamo inoltre, le improvvide e raggiranti dichiarazioni di fatue promesse proprio da parte di alcuni rappresentanti istituzionali locali e regionali, ben lungi dall’essere realizzate.
Ma è giusto anche ricordare, con dovuta e meritoria riconoscenza, i tanti cittadini che senza alcun interesse e senza alcun obbligo morale ne di carica ma per puro senso civico hanno lottato, protestato, chiesto, segnalato, lo stato di grave carenza sanitaria sollecitando l’attenzione di media locali, regionali e nazionali sopperendo al dormiveglia di tanti pubblici amministratori.
È opportuno altresì ringraziare e rendere merito ai social media locali, giornalisti, Tv, blogger che in ogni circostanza hanno dato risalto alle problematiche sanitarie del territorio legate al presidio ospedaliero di Praia a Mare.

E diciamo pure che il ricorso alla giustizia amministrativa era un atto dovuto, se non l’avessero fatto le pubbliche amministrazioni, l’avrebbero proposto i cittadini che già si erano mossi in tal senso.

Ora tutti, ma soprattutto i Sindaci dei comuni interessati hanno un’arma in più da far valere, ma nulla è scontato né sarà facile riportare al proprio posto ciò che è stato trafugato nell’indifferenza e superficialità.

Sindaci, la bicicletta adesso c’è, oltre a rincorrere meriti iniziate a pedalare, avete da recuperare e da percorrere altri chilometri per raggiungere il traguardo finale; quella trascorsa è solo una tappa”.