Ragazze che scompaiono di Lauren Oliver

Creato il 16 maggio 2015 da Anncleire @anncleire

Dopo tutto questa è la vita: piena di buche e grovigli e punti nei quali bloccarsi. Scomoda e irritante. Un regalo che non avresti mai chiesto, mai voluto e mai scelto. Un regalo che dovrai indossare con eccitazione, giorno dopo giorno, anche quando preferiresti startene nel tuo letto a non far nulla.

“Ragazze che scompaiono” è la traduzione italiana di “Vanishing Girls” di Lauren Oliver, uscita il 14 maggio per Safarà Editore. Devo dire che non avevo intenzione di leggerlo nell’immediato, ho un rapporto strano con i libri della Oliver, ma quando mi è stata regalata l’opportunità di leggerlo in anteprima non sono riuscita a dire di no. Anche perché mi ero innamorata della cover italiana, e sapete bene che se la cover mi ha colpito, il libro finisce nelle mie mani. E ne sono felice, perché nonostante le iniziali perplessità il libro mi è piaciuto.

Dara e Nick erano inseparabili prima che un terribile incidente lasciasse il bellissimo viso di Dara sfigurato, allontanando irrimediabilmente le due sorelle. Quando Dara scompare il giorno del suo compleanno, Nick pensa che la sorella si stia prendendo gioco di tutti per vendicarsi di un destino insostenibile e crudele. Ma quando anche un’altra bambina di soli nove anni, Madeline Snow, svanisce nel nulla, Nick si convince sempre di più che le due sparizioni siano collegate; e quanto più Nick scopre della sua enigmatica sorella e della doppia vita che conduceva prima dell’incidente, meno è sicura di voler conoscere la verità. Tuttavia oramai la posta in gioco si fa sempre più alta, mentre gli eventi la spingono verso un passato perduto e un futuro impossibile, animati dalla volontà di svelare il legame apparentemente insondabile tra le due ragazze che scompaiono. In questo romanzo acuto e coinvolgente Lauren Oliver crea un mondo di intrighi, perdite e sospetti mentre due sorelle cercano di trovare il doppio filo che lega indissolubilmente le loro stesse vite.

 

Il mistery e/o il thriller è un genere molto particolare, ansiolitico, che lascia con la sensazione di non averci capito niente fino alla fine. Se ben costruito, si è incapaci di capire cosa sta succedendo finché l’autore e i personaggi non sono pronti a rivelarlo. La suspense è l’elemento chiave per essere convincenti e tenere avvinghiati alla storia. La Oliver intreccia e ingarbuglia gli elementi della trama, per sconvolgere e lasciare senza fiato. La narrazione si articola su più piani temporali, unendo una macrostoria a quella che è la vicenda delle protagoniste. Particolarmente interessante l’uso di post su blog, pagine di diario, biglietti e lettere, che rendono ancora più avvincente il racconto. È Nick che racconta la sua vicenda, intervallata da Dara e che cerca di far luce su quello che succede a sua sorella e a Madeline Snow. Nick è una ragazza che ha sempre avuto al testa sulle spalle, responsabile, giudiziosa, la classica brava ragazza, il supporto della famiglia, la pacificatrice, colei che ripuliva sempre i macelli di Dara. Nick è presa dai suoi sensi di colpa in seguito all’incidente che ha sconvolto la sua esistenza, che ha gettato un segno tra il prima e il dopo, quel dopo oscuro e inarrivabile. Nick allora si barcamena tra il ritrovamento di un equilibri tanto instabile quanto irraggiungibile e un lavoro che non sopporta nel parco divertimenti cittadino. Ma Nick è anche una ragazza che si tiene tutto dentro, che evita di affrontare la vita, le difficoltà, che prova a farcela da sola, ma trincerandosi dietro una rispettabilità che la allontana dalla sorella. E Dara, in effetti è tutto il suo opposto. Il mondo sembra in combutta contro di lei che si getta in comportamenti autodistruttivi pur di perdersi, nascondersi, non pensare la fatto che nessuno la ama, il classico comportamento di una adolescente autolesionista e concentrata su sé stessa. Il suo egoismo si rispecchia anche contro la sorella, che considera la sua migliore amica “Migliori amiche per la vita… vero Nick? Niente – niente – potrà cambiarlo”, ma che non esista a colpevolizzare quando le cose non vanno come vuole lei. Dara è come una cometa, che arriva e colora tutto per i pochi minuti che ti concede del suo tempo. Perché è irrequieta, fragile, troppo scossa dalla sua incapacità di accettarsi per quello che è. E come sappiamo i pericoli sono dietro l’angolo. Ma le due sorelle sono accumunate e unite dalla comune amicizia con Parker, che potrebbe inizialmente apparire come un personaggio del tutto marginale, ma che invece assume un ruolo fondamentale. Il loro passato di giochi, imprudenze, confidenze e avventure. Parker è confuso, incerto e vorrebbe rimediare ai suoi errori di valutazione. Appare come il classico adolescente pieno di paure, che finalmente decide di prendere in mano la situazione. Ho molto apprezzato il suo essere in fondo un “bravo ragazzo” con quelle vibrazioni da “ragazzo della porta accanto” senza la patina cristallina del jock, star di qualche sport del liceo. Parker si mostra per quello che è, con i suoi errori e i suoi affetti, ma un sostegno inestimabile per Nick.

Come nel più classico dei romanzi per ragazzi, i genitori sono delle macchiette, da prendere a calci e ringrazio per avere una madre che si è sempre interessata di me e dei miei sentimenti, ma che allo stesso tempo mi ha lasciato libera di tracciare i percorsi che più ritenevo giusti. Questo è uno dei motivi che mi hanno fatto storcere il naso di fronte a questo libro, che evidentemente lascia molto spazio a riflessioni.

Non solo amore e amicizia, ma affetto in generale sono alla base di questa storia, dove non mancano anche temi oscuri e di certo una ventata di realismo che non guasta. Le scomparse senza spiegazione si uniscono all’assalto mediatico alle famiglie, a quella morbosità ingiustificata che incolla le persone alla tv, che trasmette senza sosta programmi che cercano di sviscerare fatti in maniera quasi morbosa. I giornalisti che inseguono i coinvolti, chi mente per proteggere le sue verità e quegli atti raccapriccianti che  si ripercuotono sulla nostra quotidianità.

Ma al centro di tutto c’è il rimpianto.

Vorrei che le fotografie fossero spazi fisici, come dei tunnel, dover potersi infilare per tornare indietro.

Questo sentimento inarrestabile che non perdona, che fa compiere gesti inconsulti e di certo consuma in maniera dirompente chiunque se ne ritrova vittima. E lascia sempre sconvolti e deboli e alla mercé di qualcosa di più grande di noi.

L’ambientazione è molto ben riuscita, la Oliver sceglie una piccola cittadina della Virginia, pieno di pregiudizi, ammantato dal classico stupore della provincia e con quel senso di vago compiacimento per una sicurezza fittizia che si infrange contro la consapevolezza che il male si nasconde ovunque. Le descrizioni, brevi e puntuali, sono molto evocative e precipitano nell’ansia della scoperta, mentre con Nick si ricostruisce la sua storia.


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