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“Ragazze, tenete in casa la pillola del giorno dopo”

Creato il 19 marzo 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

“E’ meglio che le ragazze a rischio di gravidanze indesiderate tengano in casa una confezione di pillola del giorno dopo”. E’ il consiglio di Annibale Volpe, past president della Società italiana di contraccezione, intervenuto martedì a Milano alla presentazione di un decalogo sui falsi miti della contraccezione ormonale, lanciato dalla Sic per abbattere la diffidenza delle donne italiane verso la pillola.

(lamedicinaestetica.wordpress.com)

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Parlando della contraccezione di emergenza, Volpe racconta che “capita spesso che le ragazze abbiano bisogno della pillola del giorno dopo nel weekend, magari in orari notturni, e che diventi difficile per loro procurarsela. Molte volte si presentano il sabato notte in pronto soccorso o dal medico di guardia che è preso da mille cose, e aspettano anche 4-5 ore per ottenere una prescrizione. Per questo forse è meglio che la tengano in casa. Anche perché prima si prende e più efficace è la sua azione. Io – spiega lo specialista – ad alcune mie pazienti più a rischio di gravidanze indesiderate la prescrivo per far sì che in caso di bisogno l’abbiano già a disposizione”.

L’invito di Volpe resta comunque quello di “aumentare l’uso della pillola anticoncezionale”. In Italia, ricorda, “si sono dimezzate le interruzioni volontarie di gravidanza arrivando a quota 110 mila l’anno, però negli ultimi 4 anni si registra un aumento continuo fra le adolescenti. Va ricordato che il 70-80% delle gravidanze indesiderate finiscono con una Ivg. Intervento che, al di là delle considerazioni etiche e personali, ha anche un costo”. Nel Belpaese, osserva l’esperto, “si vendono 350mila confezioni di pillola del giorno dopo in un anno, in Francia il doppio”. Adesso “anche l’Aifa – ricorda – ha confermato che la pillola del giorno dopo non è abortiva”, con la revisione della scheda tecnica del farmaco a base di levonorgestrel (è stata cancellata la vecchia dicitura “potrebbe anche impedire l’impianto”, sostituendola con “inibisce o ritarda l’ovulazione”).

“Sono cose che diciamo da 10 anni, come Sic abbiamo pubblicato due position paper – spiega Volpe – E anche l’Oms l’ha scritto nel 2011″. Per questo farmaco il ‘fattore tempo’ è importante. “E’ necessario che la paziente” in caso di rapporto a rischio “l’assuma il più presto possibile. In Italia l’80% riesce a prendere la pillola del giorno dopo nelle prime 24 ore, unico dato in linea con il resto d’Europa”, riferisce Volpe. Quanto all’obiezione di coscienza, osserva, con la svolta dell’Aifa e il ‘bugiardino modificato’ “non esiste più. C’è per il medico la possibilità di appellarsi alla ’clausola di coscienza’, rifiutandosi di dare una terapia se è contraria a quello che ritiene giusto, ma ha l’obbligo di indicare il posto più vicino dove c’è il medico che la prescrive. Comunque fino a qualche anno fa, per le ragazze, c’erano più difficoltà legate all’obiezione di coscienza. Oggi succede meno”. Quanto alla pillola dei 5 giorni dopo “è più efficace ma poco utilizzata. L’Italia è l’unico di 64 Paesi in cui serve il test di gravidanza per averla. Il medico deve registrare che è positivo”, spiega.

La Società italiana di contraccezione sfata poi alcuni falsi miti sulla pillola contraccettiva: non fa ingrassare, non fa venire il cancro, non toglie il desiderio sessuale, non rende meno fertili, non peggiora l’umore. “Oggi – avverte Volpe – solo poco più del 16% delle donne vi fa ricorso nel nostro Paese” contro una media europea del 21,4%, “e la percentuale è diminuita rispetto allo scorso anno”. Tra i freni ci sono anche i ‘falsi miti’, elencati dagli esperti nel decalogo.

Al primo posto il cancro. Gli specialisti spiegano che in realtà l’attività degli estro-progestinici è protettiva nei confronti di alcuni tumori. “Studi clinici di grande rilevanza hanno dimostrato come siano efficaci nel prevenire il tumore all’ovaio, all’endometrio e al colon retto”, spiega Franca Fruzzetti, della Clinica ostetrica e ginecologica dell’ospedale S. Chiara Università di Pisa. “Nel caso del carcinoma endometriale e di quello all’ovaio il rischio si riduce addirittura del 50% e l’effetto protettivo persiste per più di 20 anni dopo la sospensione e nel corso della post menopausa”.

Uno studio inglese condotto su oltre 300mila donne seguite per 39 anni, aggiunge Volpe, “ha inoltre dimostrato che la pillola non solo riduce la morbilità e mortalità per tumori, ma anche la mortalità in generale per qualunque causa. Da non dimenticare poi che la pillola è in grado di curare l’endometriosi, patologia che colpisce una donna su 10 (3 milioni in Italia) e potrebbe contribuire a prevenirla”. Nel Paese, puntualizza, “purtroppo permangono alcuni falsi miti di natura sociale e culturale che finora hanno limitato l’assunzione dei contraccettivi orali e dunque dei loro benefici”. E per far sì che il messaggio faccia breccia nell’universo femminile la Sic punterà “sui social network, un nuovo sito e opuscoli informativi chiari e fruibili da distribuire per esempio in farmacia”. Quanto alla trombosi venosa, si legge nel decalogo, “l’Ema e l’Aifa hanno recentemente confermato che la pillola aumenta il rischio”, ma questo aumento “è basso in termini numerici (circa 10 volte meno che in gravidanza) e dipende dalla dose e dal tipo di estrogeno presente nel composto e dal tipo di progestinico. Con le pillole che contengono estradiolo i dati di laboratorio dimostrano un rischio più basso, anche se mancano i dati epidemiologici”. Nel decalogo si “sfata anche il mito” che la pillola non è adatta alle giovanissime. “Anzi – spiega Volpe – va assunta appena si comincia ad avere rapporti”. Altre informazioni da ‘rettificare’, elencano gli specialisti quelle secondo cui la pillola toglie desiderio sessuale, non va bene prenderla in pre-menopausa, l’amenorrea provocata è pericolosa, non va bene per chi ha il ciclo mestruale irregolare.

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