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Ragnar Kjartansson: una scultura performativa sonora nell’arsenale veneziano.

Creato il 11 agosto 2013 da Ifioribludizazie

S.S Hangover” è un’installazione umana a firma Ragnar Kjartansson, artista islandese che fonde elementi teatrali, cinematografici, musicali, caratterizzandosi per un certo ritualismo sacrale. Kjartansson riconosce una certa influenza dell’artista Roni Horn, specie relativamente al concetto di mutevolezza della natura come anche dell’artista serba Marina Abramovic, ” The Grandmother of perfomance art”. Con “The visitors “, una video installazione che ritraeva nove musicisti che suonavano in diverse stanze di una stessa casa, Kjartansson aveva già stupito i suoi spettatori. In “SS Hangover”, presente nell’arsenale della 55 esposizione della Biennale di Venezia i musicisti suonano dal vivo, in maniera rituale, sulle note di Kjartan Sveinsson, ex membro dei Sigur Ros, evocando non solo il regista americano D.W. Griffith ma anche Werner Herzog nel film drammatico  Fitzcarraldo, datato 1982. “Chi sogna può muovere le montagne” si sente nel film di Herzog, lungometraggio che fu un’impresa logistica faticosa, oltre che un progetto-sogno molto caro al regista. Nella scultura performativa e sonora nell’arsenale le caratteristiche che destano curiosità sono svariate: una vecchia barca utilizzata per la pesca  rimessa in sesto per l’occasione, un suono funereo, assiduo, ritualistico che pertanto chiude un ciclo di morte ma riavvia a un ciclo di vita, in un continuum di quattro ore di performance sonora. Nel momento in cui ci si imbatte nell’opera, lo stupore appare congelato perché la barca è in linea con il contesto lagunare ma, non appena incorrono le note sonore, il contesto muta e si diventa soggetti-spettatori in balia del potere evocatorio della scultura performativa. Al ritorno, nel treno, ho incontrato due simpatici musicisti impegnati nella performance che hanno evidenziato un unico timore, l’eventualità di una pioggia impetuosa, che non potrebbe sospendere la performance ma certamente compromettere l’integrità funzionale dei loro strumenti musicali.

 


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