Si tratta per lo più di ragni semi-acquatici, di dimensioni piuttosto grandi, che vivono vicino a fiumi, stagni e paludi. (…)
La maggior parte dei banchetti a base di pesce è stata documentata nel Nord America, e in particolare nelle paludi della Florida: il ‘piatto’ preferito è in genere costituito da piccoli pesci d’acqua dolce come il Gambusia affinis. Il ragno solitamente ancora le sue zampe posteriori ad una pietra o una pianta, mentre tiene quelle anteriori a pelo d’acqua, pronte per l’imboscata. Una volta catturata la preda, il ragno la trascina lontano dall’acqua e la tramortisce usando delle neurotossine. Poi inizia il banchetto vero e proprio: la digestione, affidata all’azione degli enzimi, può durare anche diverse ore, soprattutto se il pesce ha peso e dimensioni superiori rispetto a quelle del ragno. (Fonte: ANSA)
Questa interessante e macabra notizia è una delle tante che ho scoperto in fase di documentazione per la scrittura del mio racconto per Halloween 2015.
Si intitola Ragnocosa e, se tutto va come spero, lo potrete comprare qualche giorno prima della Notte delle Streghe.
Facile intuire che i protagonisti saranno i ragni, ma di un genere alquanto particolare.
Niente remake di Aracnofobia o di Arac Attack, tanto per capirci. Ci saranno, come spesso accade nella mia scrittura, chiari omaggi e ispirazioni a opere (film, libri, fumetti) cult nel genere fantahorror. Ma la storia è originale e – credo – divertente.
Documentarmi su ragni è stato interessante e inquietante.
Interessante perché, come sempre capita occupandomi del fantastico, ho avuto occasione di studiare cose molto “reali” e concrete.
Inquietante perché un filino di aracnofobia ce l’ho anch’io, perciò nel vedere certe foto di ragni (soprattutto della famiglia Theraphosidae – tarantole, migali etc) mi sembrava di averli addosso, sotto i vestiti.
Però ora so, tra le altre cose…
- I ragni hanno ocelli, non occhi. La loro funziona è complessa. Fungono da meccanorecettori e percepiscono i movimenti dell’aria ed agli organi di senso a fessura, costituiscono l’interfaccia della percezione del ragno verso il mondo esterno.
- La maggior parte delle specie dei ragni è colorata in modo da mascherarsi bene nel fogliame o nel terreno e attirare poco l’attenzione; alcune specie, al contrario, hanno una colorazione accesa con strisce e macchie che tendono a separare i contorni dell’animale e darne una visione non conforme.
- Vari ragni della famiglia Theraphosidae, comprese le tarantole e la sottofamiglia Harpactirinae, hanno peli urticanti sui loro addomi ed usano le zampe per dare un leggero colpetto e scagliarli verso gli assalitori.
- Nel 1973 lo Skylab 3 prese a bordo, a scopo sperimentale, alcuni ragni per studiarne il comportamento nello spazio e come tessono le ragnatele in assenza di gravità. Nei primi tentativi produssero ragnatele poco consistenti e disorganizzate, poi, col passare del tempo, si adattarono al nuovo ambiente mostrando grandi capacità di recupero.
- La ragnatela, in particolare, è nel folklore dell’America meridionale il mezzo per salire dal mondo inferiore al mondo superiore (mondo dei morti e mondo dei vivi).
… E molto altro ancora.
Odilon Redon, L’Araignée qui pleure (1881)
Conto di presentarvi Ragnocosa molto presto.
(A.G. – Follow me on Twitter)